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tra la verza e la frutta secca

ci stanno loro. Nati dalla necessità di smaltire una palla da bowling verdea (e che non piace a tutti, quindi bisogna arricchirla ben bene) e quello che si ha in casa. Banalmente. [scusate la foto bruttarella, ma -sapete- mangio anche di sera, e quando qualcosa esce bene mi dispiace non condividerla. quindi: pazienza per la luce la grana etc etc, questa è la prima ricetta della sera]

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Cosa serve (per 10 involtini): NB sono molto più buoni se preparati in anticipo, ma non morite avvelenati se li mangiate espressi.

  • verza (10 foglie grandi più mezza di quello che rimane)
  • orzo (80 g – un bicchiere scarso)
  • riso (80 g – idem)
  • 7 fichi secchi
  • una manciata di uvette
  • una manciata di noci sgusciate, a pezzetti
  • mezza cipolla
  • due spicchi d’aglio
  • peperoncino, cannella, olio buono, un dado vegetale, pangrattato

Come si fa:

Preparate una pentola di acqua e portatela a bollore con il dado. Immergete le foglie di verza lavate e scolatele, aiutandovi con un cucchiaio di legno, dopo quattro-cinque minuti. Lasciatele sgocciolare bene in un colapasta.

Nell’acqua bollente buttate adesso l’orzo e, dopo venti minuti, il riso. Dopo altri venti minuti scolate tutto.

Nel frattempo tritate la cipolla e l’aglio, tagliate a pezzi i fichi secchi e a listarelle fini fini le verze. Soffriggete aglio e cipolla in una padella con olio e peperoncino, poi aggiungete fichi e uvetta, rosolate ancora un pochino, unite le verze e portate a cottura aggiungendo, secondo necessità, un pochino del brodo di cottura della pentola a fianco.

Cotte? Unite i cereali, che saranno cotti pure loro, le noci, un pizzico di cannella, e poi assaggiate e regolate di sale.

Preparate una pirofila unta d’olio.

Bon. Adesso prendete le vostre fogliolone (asciutte) e poggiatele sul tagliere. Con un coltellino affilato, tagliate quanto più vi riesce della grossa nervatura centrale (sennò col cavolo che si chiudono senza spezzarsi) e poi farcitele, chiudendole a pacchettino. Ognuno ha il suo metodo: io metto la foglia nella mano sinistra, in modo da “chiudere” già il ripieno e pressarlo bene man mano che lo metto sulla foglia. Poi chiudo i due lembi laterali, quello sopra, quello sotto et voilà.

Teglia pronta, carica di pacchettini. Una spolverata di pangrattato e infornate e 180° per una ventina di minuti.

Potete servirla con una salsina. Io l’ho fatta con due cucchiai di tahina (pasta di sesamo), quattro cucchiai di acqua calda, un goccio d’olio, un pizzico di sale, erba cipollina e scorza di limone.

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hummus di zucca

esistono le giornate in cui vorrei essere mago merlino e, al suono di ocheti pocheti, ordinare alla casa di riordinarsi da sola. Purtroppo, non ci riesco. Premio di consolazione è un piatto che si cucina in discreta autonomia (certo, il livello “zuppa surgelata” è inarrivabile, ma ci accontentiamo), che si può mangiare sul divano, che non sporca tanto, che ti permette di far fuori le verdure che invecchiano in frigorifero. E andiamo.

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Cosa serve:

  • 600 g di zucca
  • 1 cucchiaio di crema di sesamo (tahin, tahina, chiamatela come vi pare)
  • 1 spicchio d’aglio
  • il succo di 1/2 limone
  • olio buono
  • sale, cumino, erba cipollina

Come si fa:

Scaldate il forno a 180°, tagliate la zucca a fettine (togliendo i semi e i filamenti interni) dallo spessore uniforme (più o meno) e disponetele su una teglia coperta di carta da forno. Spolverate di sale e infornate per una quarantina di minuti (giratele a metà cottura).

Tra una pulizia e l’altra ricordatevi di guardare come sta la piccola cucurbitacea in forno. Se avete voglia  di verdure al vapore (o per necessità avete solo quelle – ahimè non avevo carote, mela o indivia belga per accompagnare l’hummus) potete prepararle nel frattempo, sono parecchio indipendenti pure loro.

Cotta? Bene. Togliete la buccia, buttatela nel frullatore con l’aglio tritato, la tahina, un bel giro di olio, il succo di limone, il sale e il cumino pestato. Frullate. Regolate di sale. Cercate di non mangiarlo tutto (è difficile, lo so) e spolveratelo con erba cipollina o quel che passa il convento (ottimo il timo).

Ora siete pronti per divanizzarvi. Ve lo siete meritato.

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[saluti anche dal mostrino dai mille nomi]

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lasagne a strisce

eccole qua, le lasagne che mi hanno accompagnato nel duemila e credici. Un piatto prima della mezzanotte, tre piatti dopo.

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Premessa: il merito della bontà di queste lasagne sta tutto nella cottura delle verdure (maddai? scopriamo l’acqua calda), che deve avvenire rigorosamente se-pa-ra-ta! Quindi armatevi di pazienza, divertitevi a creare tanti cubetti colorati e vedrete che verrete ricompensati. Diciamo grazie tutti a Giorgio che spadella, ogni estate, quintali di verdure a cubetti per la felicità dei popoli, dispensando consigli.

Cosa serve:

  • pasta per lasagne di grano duro (1 confezione vi basta e avanza)
  • besciamella (io ho usato 150 g di farina, 120 g di olio e 1,5 l di latte di soia al naturale più sale e noce moscata)
  • 1 porro
  • 1 cipolla
  • 2 teste di broccolo (erano piccole e ho usato solo la testa)
  • 6 carote
  • 1/2 sedano
  • 2 e 1/2 zucchine
  • 1 e 1/2 tazza di piselli
  • aglio, olio, sale, sesamo tostato

Come si fa:

Tagliate tutto a cubetti, tenendoli separati. Scaldate una buona padella antiaderente, quando è rovente buttate una verdura, fatela saltare, poi aggiungete un giro d’olio, un poco di sale e (se serve, tipo per le carote e i broccoli) un goccio d’acqua. La parola d’ordine è fiamma alta (e velocità di cottura).

Quando la vostra verdura n°1 è cotta, la mettete da parte, rimettete la padella sul fuoco e passate alla verdura n°2. Vi consiglio di lasciare la cipolla (con il porro, questi li potete cuocere insieme) per ultima.

Nature o aromi? A voi la scelta. Io ho cotto al naturale le carote, le zucchine e il sedano; con il vino la cipolla; con l’aglio i piselli e il broccolo. Potete spaziare!

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Per assemblare le lasagne non credo ci sia bisogno di molte spiegazioni: ricordatevi di usare la besciamella calda, così la pasta (cruda e dura) inizia a cuocere. Ecco gli strati, a partire dal fondo:

un mestolino di besciamella

pasta

besciamella

verdure

sale e sesamo tostato

pasta

besciamella

verdure

sale e sesamo tostato

eccetera (io ho fatto quattro strati di pasta)

Prima di cuocere la faccio riposare una mezzoretta coperta da una teglia, poi la inforno, sempre coperta, e la lascio in forno caldo a 180° per 40-50 minuti. Scopritela verso metà cottura, quando al centro è già bollente.

Buonissima fredda. Giuro.

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Approfittiamo dell’anno nuovo: mi trovate su facebook, alla pagina facebook.com/tiliatarrare facebook.com/bettitaglietti. A presto!

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di facon (o finto bacon) e BLT

Piccola introduzione: a luglio sono stata in Canada, a Montréal per l’esattezza, dove esiste uno dei ristoranti vegan più incredibili della storia. Si chiama Aux Vivres e la sua specialità è decisamente il BLT, ovvero il classicissimo sandwich americano a base di bacon, lattuga e pomodoro (e maionese, ovvio). La magia sta nel bacon, che è fatto di cocco.

Se ripenso al primo morso che ho dato a quel wrap mi viene ancora da piangere.

BLT

Fortunatamente, nel mondo del web esiste una ragazza, che ha un blog, che ha lavorato in quel ristorante, che ci regala la ricetta. Altre lacrime.

Però, come già dicevo qui, serve un ingrediente speciale. Il liquid smoke. In Italia non si trova (se qualcuno sa dove trovarlo, please faccia un fischio), ma potete ordinarlo online. Mi rendo conto che è frustrante dirvi come fare il finto bacon e poi consigliarvi un prodotto che viene dall’altra parte del mondo, ma vi giuro, compratelo. Come ha detto un mio amico, è la pietra filosofale della cucina (se anche voi mangiavate solo roba affumicata, come facevo io). Trust me.

Ok, ora posso darvi la ricetta del bacon, che viene da qui, leggermente modificata.

Cosa serve:

una confezione di chips di cocco (negozi bio) o un cocco fresco ridotto a lamelle sottili con un pelapatate o una mandolina (non usate il robot, io ne ho rotto uno, così)

60 ml di salsa di soia (tamari per la versione GF)

60 ml di acqua

1 cucchiaio di liquid smoke

4 cucchiai di sciroppo d’acero

3 cucchiai di olio (io uso il girasole)

1 cucchiaio di olio di cocco

2 cucchiaini di sale fino

uno spicchio d’aglio spremuto

un panetto di tofu per il riciclo

Come si fa:

Mescolate tutto, tranne il cocco che verserete alla fine, girandolo e condendolo bene. Fate riposare, scaldate il forno a 170° e mettete il cocco strizzato su una teglia, poi infornate.

Ogni cinque-dieci minuti lo togliete dal forno, lo girate spostando quello negli angoli verso il centro e viceversa (sennò vi trovate con della profumatissima carbonella). Alla fine lo vedrete tutto bello croccante e color bacon. Ci siamo. Ce l’avete fatta.

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E tutta quella marinata, mica la vorrete buttare! Prendete il tofu, tagliatelo a pezzettini, mettetelo nella marinata e lasciatelo in frigo un giorno prima di cucinarlo velocemente in padella. Oh sì.

E il BLT??

Prendete una piadina senza strutto, della maionese vegan , insalata e pomodoro. Le immagini parlano chiaro.

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il pranzo nel thermos

ci salva dalla focaccina fredda e stantia! Periodaccio fatto di tempo che non esiste più, pranzi rubati al calorifero perché fuori fa troppo freddo, delirio trenord, neve… meno male che c’è la neve. E meno male che esistono i thermos, basta usarli per le zuppe e scaldano il cuore, le ossa, dilatano la pausa pranzo e i pranzi costano meno 😉

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Quindi: zuppetta veloce di porri e patate, due cose che se d’inverno non avete in casa non siete più miei amici. Detto. Fatto.

Cosa serve:

  • porri (1 a testa più 1 per la pentola)
  • patate (1 a testa)
  • pomodori (oh, io d’inverno non li compro, ma se capita di avere una mezza lattina di pelati che vaga per il frigo…) 1 a testa
  • olio buono
  • sale, pepe, panna di soia se vogliamo viziarci

Come si fa:

Niente di più semplice. Pulite i porri e tagliateli a listarelle, pelate le patate e tagliatele a dadini, se usate i pomodori sbollentateli in acqua bollente per un minuto e poi pelateli e tagliateli a tocchetti.

Adesso scaldate l’olio, mettete i porri a soffriggere a fuoco lento, aggiungete i pomodori e, quando hanno lasciato un pochino di acqua (se mettete il famoso avanzo di sugo frigoriferiano, aggiungete anche un goccio d’acqua) buttate le anche le patate.

Ora coprite di acqua: diciamo circa 250 ml per persona? Vi piace?

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Bene, dopo venti minuti dovrebbe essere tutto ben cotto. Frullate e salate e pepate! Versate nel thermos e correte al lavoro che è tardi!

e adesso vi racconto due storie: la prima, che questa ricetta viene dal mio primo libro di cucina, quello che mi ha trasmesso l’amore per la cucina. E qualche mese fa, in un negozio, l’ho rivisto e mi sono commossa.

La seconda, che questa è la ricetta che ho raccontato mercoledì su radio onda d’urto, durante navdanya. Fate un salto sul sito della trasmissione, fate un salto e ascoltate la radio in streaming, e tutti i mercoledì, più o meno per l’una e mezza, troverete anche me.

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pasta e cicerchie

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Momento “me la meno”: ho fatto questa pasta ad agosto (esatto, agosto nella pianura padana, un incubo di umidità) alla festa di radio onda d’urto. Ne sono uscite, diciamo, una cinquantina di porzioni? Bene, sono finite TUTTE quella sera. Perché è buona! E se è buona ad agosto, a dicembre è perfetta.

Cosa serve (per ogni persona):

  • una tazza di cicerchie ammollate per una notte e poi lessate (o una lattina di fagioli borlotti, o equivalente cotti in casa)
  • un etto di pasta corta (è il momento di finire tutti quei pacchetti di pasta miseramente avanzati in quantità inutili – tipo 60 g fusilli, 55 g penne… perché mi succede sempre??)
  • brodo vegetale (una tazza e mezza ma abbondate che è meglio)
  • cipolla, aglio, peperoncino, alloro, rosmarino, salvia, olio buono (le quantità… vedete voi in base a quanti siete)
  • concentrato di pomodoro (1-2 cucchiai)
  • vino rosso qb

Come si fa:

Veloce. Soffritto di cipolla-aglio-alloro-rosmarino-salvia-peperoncino. Buttate le cicerchie cotte. Rosolate. Buttate la pasta. Rosolate (tipo risotto). Sfumate con il vino. Versate il brodo, portate a cottura aggiungendo tanto brodo quanto ne serve.

Ora: la pasta deve essere molto ben cotta. Togliete uno-due mestoli (anche di più se la state facendo per dieci) di p&c e frullate con un po’ di brodo (alternativa sprint: frullatore a immersione direttamente in pentola). Ributtate tutto in pentola, aggiungete il pomodoro concentrato, allungate se necessario con altro brodo.

Servite con olio crudo, pepe e lievito alimentare in scaglie.

Fatene tantissima che il giorno dopo fa piangere da quanto è buona.

Versione due: potete cuocere le cicerchie direttamente in pentola. In questo caso non buttate la pasta all’inizio, ma sfumate col vino le sole cicerchie e cuocetele con acqua fino a quando sono tenere. A quel punto asciugate un po’ il brodino che si è formato, buttate la pasta e sfumate col vino, riprendendo in pratica la ricetta da dove l’avevate lasciata.

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pesto arancione

Il classico piatto di pasta prima di andare al lavoro. Con tutta una serie di richieste, quindi: deve essere veloce, non deve contenere aglio (uffaaaa) e poi non è che devo andare a fare la spesa appositamente per farmi il pranzo. Quindi frughiamo in cucina: carote (nel frigo di tutti, immagino), pistacchi (immancabili) e un paio di spezie (curcuma e cumino, aka ho finito il curry). Olio buono. E frullatore. C’è tutto.

Cosa serve (per 280 g di pasta):

  • due carote
  • una manciata generosa di pistacchi
  • mezzo cucchiaino di ciascuna spezia (io ho usato curcuma e cumino e mi è piaciuto molto, ma potete divertirvi. con le carote io amo il curry, la cannella, il rosmarino…)
  • olio buono qb

Come si fa:

Mettete sul fuoco l’acqua per la pasta e nello stereo una cassetta adatta.

Sgusciate i pistacchi, tagliate le carote a pezzi e buttate tutto nel frullatore con le spezie. Frullate versando olio a filo (io non ho aggiunto altro sale, ma va a gusti).

Guardate gli scoiattoli sugli alberi fuori, lamentatevi che non avete voglia di uscire, stirate il vestito che sembra uscito dalla bocca di un mostro, leggete il giornale. Quante cose si possono fare mentre si aspetta un piatto di pasta. Tipo scrivere questo post.

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broccoli pancakes

La triade broccoli-arancia-oliva mi fa impazzire da tempo, in tutte le varianti possibili (realizzate o solo fantasticate): pasta, insalata, riso, sformati, pancakes… pancakes, ecco, sì. Salati, che libidine. Con una salsa bianca e il pepe sopra.

Cosa serve:

per i pancakes di broccoli (circa 18):

  • broccoli (circa 500 g)
  • farina integrale (circa 170 g)
  • latte di soia al naturale (300 ml)
  • bicarbonato (un cucchiaino abbondante)
  • olio buono (4 cucchiai)

per la salsa all’arancia:

  • latte di soia al naturale (200 ml)
  • un’arancia non trattata (mi raccomando!)
  • amido di mais (2 cucchiaini)
  • olio buono (2 cucchiai)
  • sale alle erbe (o quello che la fantasia vi suggerisce)
  • olive taggiasche a vostro piacimento
  • pepe nero macinato fresco

Come si fa:

Pulite i broccoli e tagliateli a cimette (in modo grossolano, tanto poi verranno frullati), e lessateli in acqua bollente salata (a seconda della dimensione, 8-10 minuti).

Scaldate il latte con la scorza dell’arancia e lasciatelo riposare un po’. Poi aggiungete il succo di metà frutto e mescolate. Si formerà una ricottina: togliete le scorze, aggiungete l’olio e frullate con il frullatore a immersione. Ecco un bel latte denso. Adesso prendete l’amido di mais e mescolatelo in una ciotolina con qualche cucchiaio di acqua (o latte) e, quando non ci sono più grumi ed è una crema liscia, la versate nel pentolino col latte e mescolate, col fuoco al minimo. Si raddenserà e quando avrete raggiunto la consistenza che volete, spegnete. Fine.

I broccoli. Sono stati scolati, vero? Ecco, li ributtate nella pentola, aggiungete il latte e frullate. Aggiungete l’olio, poi setacciate la farina e il bicarbonato (potete anche non setacciare la farina, ma il bicarbonato di solito fa i grumi. Occhio!) e mescolate bene con la frusta. Eventualmente regolate di sale.

Scaldate una padella molto antiaderente (o sarà un disastro) e versate poi l’impasto (circa un mestolo molto scarso per ogni pancake). Quando fa le bolle e sotto è asciutto e dorato (direi 3 minuti, occhio a regolare il fuoco in modo che non si bruci), giratelo e cuocetelo dall’altro lato per un minuto. Man mano che sono pronti, impilateli sul piatto in modo che rimangano caldi.

Servite con la salsa e le olive, a piacere potete aggiungere anche delle fettine di arancia.

E non dimenticate il pepe. Io il macinino non ce l’ho: uso il mortaio, eh eh.

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fluido fast-food

Nuovo tautogramma (dopo le patate processate)!Fornirsi:

  • 80 ml fluido formato fagioli (fecondi fitormoni, fosfolipidi; formanti farine, finte fettine, filetti) frullati, finemente filtrato
  • 240 ml fluido friggitorio formato fiori fricchettoni filosolari
  • frutto formato fettine, facilmente fruibile, fornisce fluido fosforescente
  • fini frammenti fruibili frugando fondale fine fiume

Formula:

Frullare fluido fagioli (freddo frigorifero). Fra fessura frullatore fluire fluido fluorescente, fini frammenti, fluido friggitorio (freddo frigorifero) fino formazione fluido fermo. Fintantoché frullate, folleggiate. Fine. Frigoriferizzare. Fries-friendly.

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lost in friuli

Una settimana a casa di amici. Una ricettina straight from canada: all-american burger con cavolini di bruxelles allo sciroppo d’acero (feat. Natalie).

Cosa serve per i burger (superamericani e molto tamarri nella preparazione, ma de-li-zio-si):

  • 250 g funghi a fettine
  • 100 g granulare di soia
  • 3 spicchi di aglio
  • 180 ml di brodo vegetale
  • 70 g di seitan istantaneo (glutine in polvere, si trova nei negozi bio)
  • 3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
  • 1/2 cucchiaino di liquid smoke
  • sale, pepe, senape in grani (e cipolla in polvere, se l’avete in casa)
  • olio extra-vergine di oliva

Come si fanno:

In un tegamino, rosolate l’aglio tritato, aggiungete i funghi, un pizzico di sale e cuocete per dieci minuti.

Aggiungete la soia, spegnete il fuoco, versate il brodo e fate riposare per dieci minuti.

Aggiungete il lievito, la polvere di glutine, sale, pepe, senape (un cucchiaino di semini pestati), il liquid smoke, mescolate bene e fate raffreddare (il balcone era perfetto per questo scopo).

Trascorsi venti minuti, lavorate un po’ il vostro impasto, formate 4 burger e friggeteli in una padella con un bel giro d’olio (tre minuti per lato).

Servite con maionese vegan e il contorno che la vostra amica avrà preparato nel frattempo.

Cavolini allo sciroppo d’acero: pulite i cavolini, tagliateli a metà, rosolateli in un filo d’olio, copriteli col coperchio e cuoceteli con l’aiuto di un mestolo di brodo. A fine cottura unite un bel giro di sciroppo d’acero, fate ridurre e servite.

PS la ricetta dei burger è tratta da questo suuuper libro!