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piccoli plum cake con carote, cocco e ananas

gradirei un minuto di silenzio, per assaporare il momento: ho riacceso il forno.

NON SOLO! Ho anche fatto pace con lo stampo da mini plum cake, dopo innumerevoli anni. Avete presente i fallimenti, quelli su tutta la linea, in cui l’impasto passa da crudo a gomma? Ecco, così avevo battezzato questo simpatico stampo (trovato alla LIDL nelle loro settimane cuciniere!) e l’avevo anche facilmente abbandonato (come se la colpa della non-cottura fosse stata sua!) immediatamente dopo.

Ovviamente, se cerchi di programmare un incontro pacificatore, non ci saranno mai tutti i presupposti necessari perché questo avvenga. Le cose devono succedere.

Succedevano quindi le seguenti cose, mercoledì sera:

  • giacevano in frigo delle carote grattugiate per pranzo
  • non c’era niente di niente per fare colazione il giorno dopo
  • non avevo poi tanta voglia di rimettermi subito a studiare

Ho preso tre ricette diverse, le ho unite cercando di sopperire alla carenza di x ingredienti con altri x ingredienti, e ho scelto lo stampo incriminato. Perché meno per meno fa più, e sia lo stampo che la ricetta, sulla carta, erano decisamente meno.

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Cosa serve (per 6 plumcake da 130 g l’uno):

  • 2 tazze di farina
  • 2 cucchiaini di lievito per dolci o cremortartaro
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1 tazza di carote grattugiate
  • 1/2 tazza di cocco in scaglie
  • 1/2 tazza di ananas sbriciolato con le mani
  • 1 tazza di latte di riso
  • 3 cucchiai di egg replacer (in alternativa 1 banana schiacciata e 1 cucchiaio di maizena)
  • 2 cucchiai di olio di cocco (o girasole)
  • 1/2 tazza di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di vaniglia

Come si fa:

Preriscaldate il forno a 190°.

Preparate tre ciotole. Nella prima radunate e mescolate gli ingredienti dalla farina al sale, nella seconda carote, cocco e ananas, nella terza gli ingredienti dal latte di riso alla vaniglia (mettete prima la polvere -egg replacer o maizena- e poi stemperate col latte senza fare grumi. aggiungete il resto e sbattete bene con la frusta).

Versate il mix di farina-lievito-etc sul mix di olio-latte-etc e mescolate bene con un cucchiaio di legno. Aggiungete il mix di frutta e carote e amalgamate con cura.

Ritagliate nella carta da forno delle strisce necessarie per coprire almeno il fondo e i lati corti degli stampini. Dividete l’impasto nei sei buchi foderati, spolverate con zucchero di canna e infornate per 25-30 minuti (prova stecchino!).

Servite con frutta fresca e sciroppo d’acero (vizio!!).

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uncheesecake 2.0

Le torte fredde tipo cheesecake (sia fredde che cotte in forno) mi hanno sempre fatto impazzire. Sarà la base di biscotti leggermente salata… chissà. Sta di fatto che da quando sono vegan ho provato a farne diverse: tra quella di silken tofu e cioccolato e quella a base di yogurt di soia e panna montata veg preferisco sempre la prima, anche perché trovare la soyatoo spesso è un’impresa. Da qui la necessità di crearne una buona e con ingredienti relativamente facili, e che non sapesse di tofu! Già la missione la pensavo più che riuscita (e il feedback di Barcelona sulle mie uncheesecake ha confermato la mia tesi. Un bambino è tornato CINQUE volte a prendere la torta al mango!). Ieri però ho avuto la rivelazione. Una base più croccante e solida, in netto contrasto cromatico con il candore della crema al cocco e il giallo acceso del mango.

Fidatevi, è superlativa.

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Cosa serve:

per la base:

  • 150 g di biscotti tipo digestive (circa 10 biscotti) o fiocchi d’avena anche GF
  • 40 g di cioccolato fondente
  • 40 g di olio di cocco (si trova nei negozi asiatici, con agar agar e latte di cocco) o di girasole
  • un pizzico di sale

per la crema:

  • 400 g di latte di cocco
  • 300 g di yogurt vegetale bianco o alla vaniglia (in questo caso omettete lo zucchero e la vaniglia)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di vaniglia
  • 1 cucchiaino di agar agar

per la gelatina:

  • 150 g di mango o di pesche o di frutti di bosco surgelati (o quello che volete)
  • un cucchiaio di succo di limone
  • 1 bicchiere di acqua o di succo di mela
  • 1 cucchiaino scarso di agar agar

Come si fa:

Ponete un foglio di carta da forno sul fondo di una tortiera apribile.

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e l’olio di cocco (spesso è venduto in bottigliette. A temperatura ambiente è solido, ma basta immergere la bottiglietta in acqua calda e si scioglie) e nel frattempo tritate nel robot i biscotti o l’avena fino a ottenere una polvere finissima.

Mescolate la polvere di biscotti con un pizzico di sale, aggiungete cioccolato e olio, amalgamate e premete sul fondo della tortiera (20 cm di diametro, massimo 22).

Mettete in frigo e fate riposare, nel frattempo potete iniziare a preparare la crema.

Unite in una ciotola resistente al calore metà latte di cocco, lo yogurt e la vaniglia e scaldate a bagnomaria finché non è tiepido.

Nel frattempo in un pentolino fate sobbollire per tre minuti il rimanente latte di cocco con lo zucchero e l’agar agar, stando attenti a non fare grumi. Se preferite, potete terminare il tutto con una bella passata al mixer a immersione per scongiurare ogni dubbio!

Amalgamate le due creme e versatele (non bollenti, mi raccomando) sulla base al cioccolato, mettete in un posto fresco a riposare e appena possibile stivatele in frigo.

Quando la crema si sarà rappresa (25 minuti dopo, circa, in inverno anche meno) preparate la gelatina frullando la frutta con mezzo bicchiere d’acqua o di succo di mela.

Bollite a fuoco basso la restante acqua con l’agar agar per 3 minuti.

Aggiungete al mango la gelatina, il limone e mescolate bene. Versate sulla torta e rimettete in frigo.

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Esagerata! Il fondo di biscotti, cioccolato e sale fa quasi l’effetto frizzante sulla lingua!

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tartufini

una delle soddisfazioni della vita. Averli in frigo stravolge completamente le abitudini di casa: devi pelare le patate? un tartufino ti aiuterà. Devi guardare un film? almeno un paio servono, eccome. Non sai con cosa fare merenda? mentre decidi, un tartufino ti placa i nervi…

La ricetta viene da qui, prima ho provato a fare quelli con la panna (di soia), la margarina e l’earl grey… buoni. Poi ho visto il latte di cocco in dispensa. E ciao. (ho sostituito sia la panna che la margarina con il solo latte di cocco perché è molto denso e la parte grassa si era proprio separata e indurita. L’importante è che ci sia un qualcosa di solido a basse temperature, in modo che possa essere lavorato a pallina)

Cosa serve (versione base):

  • 200 ml di latte di cocco
  • 200 g di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaino di semi di vaniglia o 1 cucchiaino di cannella o 1 cucchiaio di té in foglie
  • cacao amaro

Come si fa:

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. A parte, portate a bollore il latte di cocco e unite l’aroma scelto: vaniglia, cannella, tè earl grey, pepe rosa… Lasciate in infusione 5 minuti, quindi filtrate (non è necessario se usate aromi in polvere). Mescolate cioccolato fuso e latte aromatizzato, fate raffreddare, fate delle palline e passatele nel cacao o nel cocco rapé.

Varianti

Che altro dire, se non che passerete mesi a provare milioni di varianti? Usate il latte di cocco come veicolo di tè buoni che si sposano con il cioccolato ce ne sono a pacchi (il casablanca è da urlo, ad esempio), di spezie altrettante (cardamomo, cannella, pepe lungo, pepe rosa, solo per dirne alcuni), di frutta secca non ne parliamo nemmeno… e già lo so che state pensando a un pizzico di sale mescolato al cacao in copertura. Beh, fatelo, garantisco che è una bomba.

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castagnòle campagnòle

Carnevale. Tempo di fritti. Mia nonna decide di farmi il primo dolce 100% vegan e, tutta orgogliosa, mi parla delle castagnole. Che, poi ho scoperto, sono delle normalissime frittelline fatte a pallina (e quindi a forma di castagna), mentre lei le ha interpretate proprio nel vero senso della parola: di castagne.

Problema: a me la farina di castagne non piace. E detesto il fatto che non mi piaccia: un conto è non mangiare qualcosa per ragioni etiche, ma fare la schizzinosa proprio no.

Risultato? Sono in dipendenza piena, questa è la terza volta che le faccio. A ‘sto punto è amore.

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Va detto che sono di velocissima preparazione, non assorbono olio quindi sono pure leggere (ossimoro, lo so, ma è vero), si fanno con pochissimi ingredienti e [rullo di tamburi] sono senza glutine! Festeggiamo!

Cosa serve:

  • farina di castagne (150 g)
  • acqua (120 ml)
  • zucchero di canna (da 0 a 3-4 cucchiai)
  • lievito per dolci (1 cucchiaino)
  • uvetta ammollata nella grappa (2 cucchiai)
  • olio per friggere (cosa usare? arachide, mais o girasole)

Come si fa:

In una terrina mescolate la farina di castagne e lo zucchero, aggiungete l’acqua mescolando bene con un cucchiaio fino a ottenere un composto colloso (una specie di polenta) e non liquido, ma piuttosto fermo (regolatevi a sentimento). A questo punto unite le uvette, mescolate bene, e per ultimo unite il lievito, incorporandolo nell’impasto con attenzione.

Ora prendete una padella antiaderente, versate olio a sufficienza per coprire il fondo e mettetelo sul fuoco piccolo, a fiamma vivace.

Vicino alla padella poggiate un vassoio coperto di carta assorbente, e vicino alla terrina con l’impasto una tazza di acqua (vi servirà per bagnare il cucchiaio e il cucchiaino).

Quando l’olio è caldo, adagiate l’impasto aiutandovi con cucchiaio e cucchiaino (entrambi bagnati nell’acqua). Ogni castagnola è formata da mezzo cucchiaio di crema. Siate abbastanza veloci, o quando avrete deposto l’ultima, la prima sarà già bruciata. Quindi: quando avete finito lo spazio iniziate a girarle (controllate che siano belle dorate sotto) e cuocetele anche dall’altro lato per un minuto scarso.

Alla fine potete spolverarle con zucchero di canna, zucchero a velo o niente…versione nature!

Oggi io le ho portate in dono a degli amici, ci siamo bevuti una tazza di tè nel non-tepore di oggi.

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crostatine in gran velocità

io non capisco chi compra la pasta frolla confezionata. Ci vogliono quattro minuti per fare l’impasto! Ed è così bello e profumato! Si possono variare gli aromi, le farine, la consistenza; si può preparare in anticipo e usare dopo qualche giorno… e non servono uova.

Quindi: più crostatine per tutti (queste erano un regalo ^^)

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Cosa serve (per 1 crostata o 6 crostatine):

  • 300 g di farina (io ho usato 200 di farina di farro e 100 di farina di grano saraceno)
  • 100 g di zucchero di canna
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di lievito
  • aromi (potete usare: scorza di limone o scorza di arancia non trattata, vaniglia, cannella, zenzero, noce moscata… io per queste ho scelto chiodi di garofano e cannella)
  • 3/4 di panetto di margarina [aggiornamento 2015: la margarina non la uso più. Uso 70 g di olio evo o di girasole bio + acqua qb per legare]
  • 3/4 di vasetto di marmellata ai lamponi

Come si fa:

in una ciotola riunite le polveri con gli aromi e mescolate bene. Aggiungete la margarina l’olio e sbriciolate bene con le dita fino a ottenere un ammasso di briciole unte. A questo punto aggiungete due-tre cucchiai di liquido per legare (latte di riso, di soia, tè raffreddato, o anche semplicemente acqua) e formate una palla liscia. Fatto. Avevate tanta paura di questa frolla vegan che manco vi siete accorti di quanto è semplice.

Mettetela in frigo avvolta da pellicola (se anche voi non la comprate, usate uno di quei sacchetti per le verdure del supermercato, quelli che anche se non li vuoi te li ritrovi in casa lo stesso) per almeno mezzora.

Al momento opportuno, scaldate il forno a 180°.

Ungete e infarinate uno stampo (o usate la carta forno) sui 22 cm di diametro, o i sei stampini.

Stendete la pasta con il mattarello tra due fogli di carta da forno fino ai 4 mm (circa). Fate attenzione allo spessore: più è uniforme, meglio cuoce. Stendetela nello stampo, ripiegate i bordi e acconciateli come più vi piace.

Bucherellate il fondo, versate abbondante marmellata, decorate con la pasta rimasta e infornate per 20-30 minuti. Non temete: la marmellata diventerà un lago di magma, ma poi tornerà solida. La crostata è pronta quando i bordi sono ben dorati e piuttosto solidi, ma non duri.

A colazione c’è da morirci.

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budino al cioccolato (senza glutine!)

Che in realtà non è un budino nel senso stretto del termine: è molto meglio, più cremoso e soffice. L’avevo assaggiato qui, ho provato a riprodurlo e… con il fatto che si prepara in cinque minuti, è diventato il dessert preferito dell’autunno 2012. Salvatemi. Non posso mangiare budino al cioccolato tutti i giorni. Cioè, posso. Ma non è il caso.

Cosa serve (per sei bicchierini):

  • 3 cucchiai di cacao amaro (scegliamo solidale, dai!)
  • 3 cucchiai di amido di mais
  • 3 cucchiai di zucchero di canna (idem come sopra)
  • 400 ml di latte di riso
  • 50-60 g di cioccolato fondente (idem come sopra)

Come si fa:

In un pentolino mettete cacao, zucchero e maizena , versate il latte cercando di non fare grumi e mettete sul fuoco. Mescolate, dopo un minuto aggiungete il cioccolato a pezzetti, mescolate mescolate mescolate mescolate…è pronto. Lo sentite che è pronto, si è addensato. Non deve nemmeno bollire! Oh, che meravigliosa scoperta.

Versate nei bicchierini, lasciate raffreddare (più sta in frigo più diventa buono, come il 95% delle cose), spolverate di cacao amaro e tuffatevi.

PS Se dovete preparare questo budino per i vostri amici celiaci, chiedete a loro di controllare sul prontuario gli ingredienti che avete acquistato, o guardate qui. La prudenza non è mai troppa.

Varianti: con i semi macinati di quattro capsule di cardamomo, con una punta di vaniglia, con un goccio di rum buono, con un cucchiaio di pasta 100% nocciole…