dolci, quick & easy, ricette, senza glutine

uncheesecake 2.0

Le torte fredde tipo cheesecake (sia fredde che cotte in forno) mi hanno sempre fatto impazzire. Sarà la base di biscotti leggermente salata… chissà. Sta di fatto che da quando sono vegan ho provato a farne diverse: tra quella di silken tofu e cioccolato e quella a base di yogurt di soia e panna montata veg preferisco sempre la prima, anche perché trovare la soyatoo spesso è un’impresa. Da qui la necessità di crearne una buona e con ingredienti relativamente facili, e che non sapesse di tofu! Già la missione la pensavo più che riuscita (e il feedback di Barcelona sulle mie uncheesecake ha confermato la mia tesi. Un bambino è tornato CINQUE volte a prendere la torta al mango!). Ieri però ho avuto la rivelazione. Una base più croccante e solida, in netto contrasto cromatico con il candore della crema al cocco e il giallo acceso del mango.

Fidatevi, è superlativa.

mango uncheesecake

Cosa serve:

per la base:

  • 150 g di biscotti tipo digestive (circa 10 biscotti) o fiocchi d’avena anche GF
  • 40 g di cioccolato fondente
  • 40 g di olio di cocco (si trova nei negozi asiatici, con agar agar e latte di cocco) o di girasole
  • un pizzico di sale

per la crema:

  • 400 g di latte di cocco
  • 300 g di yogurt vegetale bianco o alla vaniglia (in questo caso omettete lo zucchero e la vaniglia)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di vaniglia
  • 1 cucchiaino di agar agar

per la gelatina:

  • 150 g di mango o di pesche o di frutti di bosco surgelati (o quello che volete)
  • un cucchiaio di succo di limone
  • 1 bicchiere di acqua o di succo di mela
  • 1 cucchiaino scarso di agar agar

Come si fa:

Ponete un foglio di carta da forno sul fondo di una tortiera apribile.

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato e l’olio di cocco (spesso è venduto in bottigliette. A temperatura ambiente è solido, ma basta immergere la bottiglietta in acqua calda e si scioglie) e nel frattempo tritate nel robot i biscotti o l’avena fino a ottenere una polvere finissima.

Mescolate la polvere di biscotti con un pizzico di sale, aggiungete cioccolato e olio, amalgamate e premete sul fondo della tortiera (20 cm di diametro, massimo 22).

Mettete in frigo e fate riposare, nel frattempo potete iniziare a preparare la crema.

Unite in una ciotola resistente al calore metà latte di cocco, lo yogurt e la vaniglia e scaldate a bagnomaria finché non è tiepido.

Nel frattempo in un pentolino fate sobbollire per tre minuti il rimanente latte di cocco con lo zucchero e l’agar agar, stando attenti a non fare grumi. Se preferite, potete terminare il tutto con una bella passata al mixer a immersione per scongiurare ogni dubbio!

Amalgamate le due creme e versatele (non bollenti, mi raccomando) sulla base al cioccolato, mettete in un posto fresco a riposare e appena possibile stivatele in frigo.

Quando la crema si sarà rappresa (25 minuti dopo, circa, in inverno anche meno) preparate la gelatina frullando la frutta con mezzo bicchiere d’acqua o di succo di mela.

Bollite a fuoco basso la restante acqua con l’agar agar per 3 minuti.

Aggiungete al mango la gelatina, il limone e mescolate bene. Versate sulla torta e rimettete in frigo.

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Esagerata! Il fondo di biscotti, cioccolato e sale fa quasi l’effetto frizzante sulla lingua!

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quanti colori ha la tua cena?

oh come mi sarebbe piaciuto fare una bella foto. E invece…

Tre contorni senza pretese, perfetti con un cereale, con delle polpette, con del tofu. Protagonisti sono carotenoidi, antociani, clorofilla: amici le cui strutture chimiche hanno accompagnato i miei pomeriggi negli anni dell’università, protettori della nostra salute, giullari per la nostra vista. Buoni e strabuoni.

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Cosa serve (per due):

per le carote al sesamo

  • 8 carote
  • salsa di soia (tamari se cercate una versione gluten-free)
  • olio di girasole
  • semi di sesamo

per la cicoria all’agro

  • le foglie esterne di un cespo di puntarelle
  • mezzo limone
  • un cucchiaino di miso di riso (senza glutine)

per il cavolo allo zenzero

  • mezzo cavolo rosso
  • mezzo porro
  • una moneta di zenzero (cioè una fetta di zenzero fresco)
  • il cuore di un cespo di puntarelle
  • olio di girasole

Come si fa:

Le carote vanno tagliate a pezzetti e leggermente rosolate con l’olio in un padellino antiaderente, poi sfumate con salsa di soia, coperte per un terzo della loro altezza con acqua e fatte cuocere, con il coperchio, per cinque-sette minuti a fuoco alto. Se avanza salsa fatela evaporare e spolverate di sesamo prima di servire.

La cicoria va lessata in poca acqua, scolata benissimo, tagliata a pezzetti e condita con una crema ottenuta con il succo di mezzo limone e il cucchiaino di miso.

Il cavolo va tagliato a striscioline, così come il porro. Lo zenzero va tritato e le puntarelle tagliate a metà. Scaldate un giro d’olio in un wok con lo zenzero, quando sfrigola buttate porro e cavolo, saltateli velocemente con un pizzico di sale. Tenete il fuoco alto, mescolate spesso e in cinque minuti sarà pronto: deve risultare ancora croccante, non sfatto. Aggiungete le puntarelle, mescolate e servite.

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[diamo un nome alle mie manie: le puntarelle, lo zenzero, il limone. ok]

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tartufini

una delle soddisfazioni della vita. Averli in frigo stravolge completamente le abitudini di casa: devi pelare le patate? un tartufino ti aiuterà. Devi guardare un film? almeno un paio servono, eccome. Non sai con cosa fare merenda? mentre decidi, un tartufino ti placa i nervi…

La ricetta viene da qui, prima ho provato a fare quelli con la panna (di soia), la margarina e l’earl grey… buoni. Poi ho visto il latte di cocco in dispensa. E ciao. (ho sostituito sia la panna che la margarina con il solo latte di cocco perché è molto denso e la parte grassa si era proprio separata e indurita. L’importante è che ci sia un qualcosa di solido a basse temperature, in modo che possa essere lavorato a pallina)

Cosa serve (versione base):

  • 200 ml di latte di cocco
  • 200 g di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaino di semi di vaniglia o 1 cucchiaino di cannella o 1 cucchiaio di té in foglie
  • cacao amaro

Come si fa:

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. A parte, portate a bollore il latte di cocco e unite l’aroma scelto: vaniglia, cannella, tè earl grey, pepe rosa… Lasciate in infusione 5 minuti, quindi filtrate (non è necessario se usate aromi in polvere). Mescolate cioccolato fuso e latte aromatizzato, fate raffreddare, fate delle palline e passatele nel cacao o nel cocco rapé.

Varianti

Che altro dire, se non che passerete mesi a provare milioni di varianti? Usate il latte di cocco come veicolo di tè buoni che si sposano con il cioccolato ce ne sono a pacchi (il casablanca è da urlo, ad esempio), di spezie altrettante (cardamomo, cannella, pepe lungo, pepe rosa, solo per dirne alcuni), di frutta secca non ne parliamo nemmeno… e già lo so che state pensando a un pizzico di sale mescolato al cacao in copertura. Beh, fatelo, garantisco che è una bomba.

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insalata tiepida di quinoa, puntarelle e mele

ovvero: compra un porro, una mela e un cespo di cicoria/scrigno per puntarelle e divertiti.

Periodo di latitanza vera, fatto di moltissimi progetti in ballo (si era parlato di duemilaecredici, non dimentichiamolo) che presto verranno alla luce. Ad esempio, martedì mattina salperò alla volta di Barcellona, e sabato mi troverete con un banchetto pieno di delizie dolci e salate alla seconda fiera vegana. Quindi, ci si risentirà al ritorno, quando avrò imparato cose pazze 🙂

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Cosa serve (per 4):

  • 220 g quinoa
  • un porro giovane
  • una mela croccante
  • un cespo di puntarelle con relative foglie di cicoria
  • due limoni
  • olio buono, tamari (senza glutine)

Come si fa:

Sciacquate la quinoa in un colino a maglia fine (l’incubo, io uso una ciotola per raccogliere i grani che perdo scolandola) e lavate le verdure. Tagliate le foglie della cicoria a tocchetti.

Lessate quinoa e cicoria per 15 minuti scarsi. Scolateli.

Nel frattempo, in una terrina capiente, riunite il porro tagliato a striscioline (io prediligo il taglio secondo le nervature per una questione di maggiore digeribilità), la mela e le puntarelle a pezzettini, la scorza e il succo dei limoni.

Aggiungete la quinoa alla marinata e condite il tutto con olio e salsa di soia, regolandovi secondo il vostro gusto.

Io l’ho accompagnata con i burger di tofu e sesamo. Positivo.

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barcelona
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la (s)cena LEGO

ovvero: la realizzazione di un regalo di compleanno (una cena a tema LEGO), a un anno di distanza (ci vuole del tempo per pensare!), a sorpresa (era di nuovo il compleanno di Erika), con partecipazione e manodopera di tutti gli amici. Piccolo problema: ci siamo dimenticati di fare delle fotografie al pre party (quindi non vedrete l’aperitivo) e, anche dopo, immortalare i piatti era l’ultimo dei nostri pensieri.

Ciò nonostante, vi allego le fotografie (abbiate pietà), sperando che possano essere di ispirazione per il vostro LEGO party!

NB la somma difficoltà della cena stava nel cubettare le cose, tenendo presente che la festeggiata è allergica ai più banali cibi color lego (pomodori, spinaci, asparagi, e via discorrendo) e io cucino vegan. MA: ce l’abbiamo fatta!

Ladies and gentlemen, ecco a voi:

  • le scatoline per patatine e pistacchi (accompagnate da parallelepipedi di patata, pennellati con olio e curcuma, cotti al forno e decorati con ciuffetti di crema di tofu e curry)MAE_0001
  • i tre mattoncini: giallo (polenta), rosso (hummus panato di paprika e tondini di peperone rosso) e verde (tofu alle erbe e pisellini)MAE_0237MAE_0238MAE_0239
  • il risotto giallo lego, ripassato in fornoMAE_0243
  • i piccoli cupcakes all’ananas con marmellata di kiwi e glassa colorataMAE_0249.NEFMAE_0256

Questo è quanto. Per assicurarmi che tofu e hummus fossero belli sodi, mentre li frullavo ho aggiunto mezzo bicchiere di acqua bollita per due minuti con un cucchiaino di agar agar: risultato perfetto!

L’hummus lo sapete fare tutti, immagino: frullate ceci, succo di limone, aglio, sale, olio e pasta di sesamo, aggiungete cumino e paprika e ci siamo. Credo che ognuno abbia la sua variante, come per il sugo al pomodoro: affidatevi ai vostri sensi e uscitene appagati.

La mattonella verde si prepara frullando tofu bollito per due minuti, basilico, erba cipollina, piselli lessati, olio e sale. Quando è ben omogeneo e giusto di sale, versate nel frullatore anche l’acqua con l’agar agar (bollente!).

Il risotto allo zafferano è come la pasta al sugo, buonissimo e basilare: soffritto di cipolla nell’olio, aggiungete il riso, tostate, sfumate con vino bianco e poi brodo di verdure fino alla cottura. Nell’ultimo mestolo di brodo sciogliete lo zafferano, mantecate con il solito frullato di risotto-olio-brodo e lievito alimentare in scaglie. Io poi l’ho dorato in una pirofila unta di olio e l’ho decorato con quattro dischetti ricavati da un piattino di riso.

I cupcakes vengono dal libro di dolci vegan più famoso della storia: so che ce l’avete, e so che sapete di cosa sto parlando (questi sono i pineapple right-side-up, senza frosting e con un velo di marmellata di kiwi per far aderire la glassa fondente).

Siete ancora in tempo per preparare una cena a tema per carnevale…! E siete anche in tempo per dare un’occhiata a quello che fa la sempre più grande Erika.

MAE_0234Abbiamo fatto anche i festoni!

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lattina di fagioli à tartiner

Ricetta superveloce per una persona robot-dotata. Che poi il chiamarli robot mi fa sorridere, sono così diversi dall’idea che avevo da bambina. In ogni caso, in alto i calici per i nostri amici con la spina.

Magari accompagnando il bicchiere con pane/gallette/cracker/grissini (a me sono stati offerti fatti in casa, alle noci. dura, la vita) e questo paté pronto in quaranta secondi.

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Cosa serve:

  • una lattina di legumi a scelta (io ho usato l’ottimo legumix)
  • olio buono (abbondare)
  • erba cipollina (un mazzettino)
  • 1 cucchiaino raso di curcuma*
  • 1/2 cucchiaino di pepe nero*
  • 3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie

Come si fa:

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Frullare 🙂

Sono in completa dipendenza da paté e affini, ovvero tutto ciò che oltralpe definiscono à tartiner, come mi ha illustrato una cara amica che, guarda caso, adora gli aperitivi. Io e lei vivremmo benissimo nutrendoci di birrette, salatini, sfizioserie da divano, quintali di tartine diverse, fantasticando su torte alte quindici cm (ma come fanno a stare su?!?) e uncheesecake da urlo.

* Si fa un gran parlare (giustamente) della curcuma. Ma magari non tutti sanno che le sue attività (aumenta sia la produzione che il flusso biliare; è carminativa, antispastica a livello addominale, antiossidante, antivirale e attiva contro il cancro colorettale) sono potenziate dall’abbinamento con il pepe nero (che contiene piperina, in grado di aumentare l’assorbimento della curcumina, generalmente piuttosto scarso). Per questo motivo, nelle forme di dosaggio dei curcuminoidi, compare spesso anche la piperina.

Immaginatevi la scena. Il fegato va pazzo per la curcumina, appena la vede la riempie di bacetti che la deformano e la inattivano, e questa poveretta non riesce ad arrivare a fare il suo lavoro. Se la nostra amica scende in compagnia della piperina (una seduttrice un po’ lasciva, grande amica), questa ammalia il fegato che, tutto stordito, si fa sfuggire la nostra biondissima, ormai in fuga verso l’intestino e oltre. Mitiche.

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l’insalata bella

ha i miei colori preferiti. Consistenza croccante. Sapore fresco e agrumato.

Tra parentesi, se non siete molto pratici di chimica, magari non sapete che potete giocare con i colori delle verdure. Il cavolo si presta benissimo a questo scopo… magari approfondirò con un post-apposta (un ap-post, insomma). Intanto voi divertitevi a mangiarlo e, se proprio non resistete, strofinatelo su un foglio di carta e poi provate a giocare con gocce di succo di limone o acqua e bicarbonato. Magie assicurate.

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Cosa serve:

  • 1/3 di cavolo rosso
  • 1/2 mela
  • una fettina di zenzero spessa 5 mm
  • 6 cm di porro
  • due coste di sedano
  • 1 mandarino
  • 1/2 limone
  • 1 cucchiaino miso di riso
  • 3 cucchiaini di tamari (senza glutine)
  • 3 cucchiaini di olio buono

Come si fa:

Sciacquate gli ortaggi. Prendete un coltello e il tagliere. Pronti? Tagliate:

  • il sedano a tocchettini
  • la mela a lamelle
  • il cavolo a striscioline
  • il porro a julienne
  • lo zenzero a dadini piccoli

Spremete mandarino e limone, aggiungete miso, olio e salsa di soia, agitate e versate sull’insalata.

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Se siete in vena di spezie extra aggiungete cardamomo e pepe nero. Boom!

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il gioco delle crespelle domenicali

Sabato sera mi è stato ricordato (con una farcia di funghi) che le crespelle (sì, mi piace di più il nome italiano di quello francese. vai a capire perché) sono strabuone, veloci da fare quando la dispensa langue, una coccola esagerata se sei così intelligente da prepararle in anticipo e lasciarle in forno mentre ti spari un bagno caldo. E quindi crepi l’avarizia, crespelle al sabato e crespelle la domenica. Me le mangerei pure ora. Anzi. Quasi quasi…

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Perché il gioco? Perché si fanno a occhio! E sono sicura che vi usciranno senza problemi. Provare per credere, sono a prova di fallimento, a patto che si rispettino queste regole:

  1. la padella antiaderente deve essere piccola (io uso una 20 cm di diametro)
  2. la padella antiaderente deve essere antiaderente (lapalissiano, forse, ma fondamentale)
  3. la pastella deve essere liquida come della panna
  4. la pastella deve riposare (è pigra)
  5. potete cambiare le farine all’infinito!

Cosa serve:

  • una parte di farina (io sono ormai saraceno-dipendente, ma mescolata alla integrale)
  • due parti di latte vegetale o acqua (stavolta soia per motivi che vi spiegherò più giù)
  • un goccio di olio leggero
  • sale

Ripieno:

  • broccolo lessato+erba cipollina+olio+sale+frullatore=crema
  • tofu alle erbe+olio+salsa di soia+padella=sostanza

Salsa:

  • panna di soia+cumino+pepe nero+curcuma+sale=libidine

Come si fa:

Prendete una ciotola. Versate la farina. Aggiungete un pizzico di sale. Mescolando con una frusta, versate il latte a filo fino a ottenere una crema liscia, non densa e piuttosto liquida. Aggiungete l’olio, che è sempre cosa buona, perché rende l’impasto morbido. Mettetene troppo poco e vi uscirà una suola da scarpe.

Ora fatela riposare, intanto guardate nel frigorifero per cercare qualcosa da metterci dentro.

Il motivo per cui ho scelto questa combinazione di prodotti di soia deriva dal fatto che le crespelle erano per me e per una vittima di Herpes labialis. Se soffri di herpes, dovresti consumare più lisina (un amminoacido, dai che i ricordi di scienze riaffiorano) per accelerare la guarigione (non sto a spiegarvi perché, se vi interessa questo è l’articolo che ho trovato), e ridurre il consumo di arginina: aumentare quindi il rapporto lys/arg. Questa cosa io ieri non l’avevo mica letta bene, quindi ho cercato tra i cibi più ricchi in lisina e ho trovato la soia: dagli di soia, quindi. Peccato che contenga anche parecchia arginina. Comunque, bandiamo per qualche giorno la frutta secca, lo zucchero, il cioccolato e vediamo che succede. Più legumi e meno stress.

Quando la pastella si sveglia dal suo riposino quotidiano, scaldate la padella molto bene e poi, un mestolo alla volta, fate fuori il preparato. Man mano che sono cotte sul fondo le girerete a dorare qualche momento dall’altro lato, e le metterete su un piatto, poi le farcirete, le disporrete in una pirofila unta, le cospargerete di panna aromatizzata e le dorerete in forno. E sarà una bellissima cosa.

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castagnòle campagnòle

Carnevale. Tempo di fritti. Mia nonna decide di farmi il primo dolce 100% vegan e, tutta orgogliosa, mi parla delle castagnole. Che, poi ho scoperto, sono delle normalissime frittelline fatte a pallina (e quindi a forma di castagna), mentre lei le ha interpretate proprio nel vero senso della parola: di castagne.

Problema: a me la farina di castagne non piace. E detesto il fatto che non mi piaccia: un conto è non mangiare qualcosa per ragioni etiche, ma fare la schizzinosa proprio no.

Risultato? Sono in dipendenza piena, questa è la terza volta che le faccio. A ‘sto punto è amore.

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Va detto che sono di velocissima preparazione, non assorbono olio quindi sono pure leggere (ossimoro, lo so, ma è vero), si fanno con pochissimi ingredienti e [rullo di tamburi] sono senza glutine! Festeggiamo!

Cosa serve:

  • farina di castagne (150 g)
  • acqua (120 ml)
  • zucchero di canna (da 0 a 3-4 cucchiai)
  • lievito per dolci (1 cucchiaino)
  • uvetta ammollata nella grappa (2 cucchiai)
  • olio per friggere (cosa usare? arachide, mais o girasole)

Come si fa:

In una terrina mescolate la farina di castagne e lo zucchero, aggiungete l’acqua mescolando bene con un cucchiaio fino a ottenere un composto colloso (una specie di polenta) e non liquido, ma piuttosto fermo (regolatevi a sentimento). A questo punto unite le uvette, mescolate bene, e per ultimo unite il lievito, incorporandolo nell’impasto con attenzione.

Ora prendete una padella antiaderente, versate olio a sufficienza per coprire il fondo e mettetelo sul fuoco piccolo, a fiamma vivace.

Vicino alla padella poggiate un vassoio coperto di carta assorbente, e vicino alla terrina con l’impasto una tazza di acqua (vi servirà per bagnare il cucchiaio e il cucchiaino).

Quando l’olio è caldo, adagiate l’impasto aiutandovi con cucchiaio e cucchiaino (entrambi bagnati nell’acqua). Ogni castagnola è formata da mezzo cucchiaio di crema. Siate abbastanza veloci, o quando avrete deposto l’ultima, la prima sarà già bruciata. Quindi: quando avete finito lo spazio iniziate a girarle (controllate che siano belle dorate sotto) e cuocetele anche dall’altro lato per un minuto scarso.

Alla fine potete spolverarle con zucchero di canna, zucchero a velo o niente…versione nature!

Oggi io le ho portate in dono a degli amici, ci siamo bevuti una tazza di tè nel non-tepore di oggi.

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crostatine in gran velocità

io non capisco chi compra la pasta frolla confezionata. Ci vogliono quattro minuti per fare l’impasto! Ed è così bello e profumato! Si possono variare gli aromi, le farine, la consistenza; si può preparare in anticipo e usare dopo qualche giorno… e non servono uova.

Quindi: più crostatine per tutti (queste erano un regalo ^^)

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Cosa serve (per 1 crostata o 6 crostatine):

  • 300 g di farina (io ho usato 200 di farina di farro e 100 di farina di grano saraceno)
  • 100 g di zucchero di canna
  • un pizzico di sale
  • un pizzico di lievito
  • aromi (potete usare: scorza di limone o scorza di arancia non trattata, vaniglia, cannella, zenzero, noce moscata… io per queste ho scelto chiodi di garofano e cannella)
  • 3/4 di panetto di margarina [aggiornamento 2015: la margarina non la uso più. Uso 70 g di olio evo o di girasole bio + acqua qb per legare]
  • 3/4 di vasetto di marmellata ai lamponi

Come si fa:

in una ciotola riunite le polveri con gli aromi e mescolate bene. Aggiungete la margarina l’olio e sbriciolate bene con le dita fino a ottenere un ammasso di briciole unte. A questo punto aggiungete due-tre cucchiai di liquido per legare (latte di riso, di soia, tè raffreddato, o anche semplicemente acqua) e formate una palla liscia. Fatto. Avevate tanta paura di questa frolla vegan che manco vi siete accorti di quanto è semplice.

Mettetela in frigo avvolta da pellicola (se anche voi non la comprate, usate uno di quei sacchetti per le verdure del supermercato, quelli che anche se non li vuoi te li ritrovi in casa lo stesso) per almeno mezzora.

Al momento opportuno, scaldate il forno a 180°.

Ungete e infarinate uno stampo (o usate la carta forno) sui 22 cm di diametro, o i sei stampini.

Stendete la pasta con il mattarello tra due fogli di carta da forno fino ai 4 mm (circa). Fate attenzione allo spessore: più è uniforme, meglio cuoce. Stendetela nello stampo, ripiegate i bordi e acconciateli come più vi piace.

Bucherellate il fondo, versate abbondante marmellata, decorate con la pasta rimasta e infornate per 20-30 minuti. Non temete: la marmellata diventerà un lago di magma, ma poi tornerà solida. La crostata è pronta quando i bordi sono ben dorati e piuttosto solidi, ma non duri.

A colazione c’è da morirci.

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