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Turbanti con asparagi e panna di mandorle

Quando penso alla semplicità di un piatto di pasta cerco di non dimenticare quanta fatica mi sia costata all’inizio. Ho iniziato a cucinare alle elementari e già alle medie spesso mi preparavo il pranzo (roba precotta o surgelata, mica masterchef). Fare la pasta era un’impresa titanica. Ne ero quasi terrorizzata. Quanta acqua mettere, quanto sale, l’ossessione per il tempo di cottura e contare i minuti all’orologio della cucina, il terrore di usare lo scolapasta senza ustionarsi o lanciare pasta in giro per il lavello… La fatica poi veniva rigorosamente condita con sughi pronti o un filo d’olio – quindi nemmeno la gloria della polpa che ribolle in un padellino.

La stessa ansia da prestazione l’ho provata quando ho approcciato le verdure. Tagliare un cavolfiore? Roba da scienziati. Per dividere in due un melone avevo bisogno degli astri propizi e per pulire un mazzo di asparagi la benedizione telefonica di mia nonna. Vuoi per indole, vuoi perché in casa mia non è che si cucinasse proprio – tuttalpiù si scaldava, si assemblava, si aprivano buste, pacchetti e scatolini contenenti cibo più o meno pronto – io non è che fossi proprio a mio agio con l’idea di improvvisare una ricetta.

Eppure questo è quello che cerco di trasmettere oggi, attraverso i corsi di cucina, i miei post sui social e questo blog dimenticato. Farsi da mangiare è molto più semplice di quello che sembra. Una volta compreso quello deve succedere perché il piatto sia pronto, tutto viene da sé e si può partire con la fantasia. Una pasta con le verdure è quanto di più banale si possa preparare, anche se la Betti bambina avrebbe qualcosa da dire in merito. Per questo motivo mi sembra inutile e ridondante scrivere questa ricetta, tuttavia è uno spunto per utilizzare la panna di mandorle autoprodotta e per conoscere spezie nuove.

TURBANTI CON ASPARAGI AI DUE PEPI

Cucinare è un atto politico, e scelgo accuratamente chi finanziare. Per questa ricetta ho acquistato i turbanti di Libera Terra, a base di grano coltivato sulle terre liberate dalle mafie. In abbinamento con gli asparagi ho scelto due delle mie bacche preferite, il pepe rosa e il pepe cubebe (milanesi all’ascolto, i miei acquisti li faccio da Kathay al piano inferiore). Conservo le spezie in vasetti di vetro in cassetti al riparo dalla luce e dal calore, e le frantumo al momento con un mortaio, per avere il massimo dell’aroma.

Scusate ma non credo nell’illuminazione casalinga, mi piacciono le luci soffuse e le foto incomprensibili

Cosa serve (per 2):

  • 160 g di turbanti (le dosi non sono realistiche, tutti sanno che io mangio minimo 100 g di pasta a porzione)
  • 250 g di asparagi
  • 150 g di piselli freschi o surgelati
  • mezza cipolla o un cipollotto
  • qualche cucchiaio di panna di mandorle autoprodotta
  • mezzo cucchiaino di pepe rosa (non in salamoia) + mezzo cucchiaino di pepe cubebe [se non le avete, sostituitele con pepe nero appena macinato e scorza di limone non trattato]
  • olio buono e sale

Come si fa:

Mettete a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo tagliate la cipolla a fettine sottili, seguendo le nervature (parallelamente all’asse radice-apice) e ponetele in padella con un goccio d’olio. Accendete il fuoco a fiamma medio-bassa.

Mentre soffriggono dolcemente, mondate gli asparagi. Tagliate l’ultimo centimetro e usate il pelapatate per eliminare la parte più esterna del fondo, quella bianca: in questo modo non dovrete scartarla ma non risulterà troppo legnosa. Tagliate gli asparagi a rondelle partendo dal fondo: fate pezzetti sottili dove l’asparago è più duro, e permettetevi tagli più irregolari man mano che si va verso la punta. Conservate le punte a parte, se volete fare un buon lavoro.

Aggiungete i piselli surgelati alla cipolla quando questa è rosolata, e dopo un paio di minuti unite anche gli asparagi (senza le punte). Aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura, regolate di sale e cuocete a fiamma vivace per cinque minuti, quindi unite le punte.

Nel frattempo cuocete la pasta. Quando le verdure sono cotte ma ancora croccanti spegnete.

A fine cottura versate qualche cucchiaio di panna di mandorle, aggiungete la pasta e saltate per un paio di minuti facendo le mosse da chef. Macinate i pepi. Servite cospargendo di polvere profumata e sporcate qua e là con gocce di panna fresca.

Ah, chiaramente, non monta: per quello avete bisogno di grassi saturi e, quindi, di latte di cocco.

Sogno anche io una cucina come quella di Julia Child. Se non sapete di cosa sto parlando leggete qui o qui
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asparagus odyssey part 2

prosegue l’avventura con i turioni! Cosa sono i turioni?

a) rialzi in muratura eretti a intervalli regolari che coronano le mura perimetrali di castelli

b) giovani germogli di pianta perenne con foglie rudimentali

c) parti di una pianta sotto forma di rami che si sviluppano direttamente sul tronco o ai piedi dell’albero, a volte anche direttamente dalla radice

d) aste di legno di abete giovane, spesse 2,5 cm, larghe 5 cm e lunghe 4 metri. Fanno parte della normale dotazione di tutti i palcoscenici

aspetto le vostre risposte in busta chiusa a “cosasonoiturioni” c/o fatevobis

Nell’attesa del vincitore, ecco la ricetta di oggi!

QUINOA CON ASPARAGI AL PEPE ROSA E CREMA DI SESAMO

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Cosa serve (per 2):

  • un mazzo di asparagi
  • una tazza di quinoa
  • mezzo limone
  • mezzo porro o un cipollotto
  • pepe rosa e sale
  • 3 cucchiai di salsa tahina
  • olio profumato come il siciliano biologico tonda iblea

Come si fa:

Fate bollire due tazze di acqua per la cottura della quinoa.

Pulite gli asparagi e tagliateli a metà: le punte andranno cotte a vapore, mentre i gambi tagliati a rondelline (se sono grossi a mezzaluna, cioè prima a metà e poi a rondelle). Pulite e tritate il cipollotto o il mezzo porro. Sciacquate la quinoa e scolatela in colino a maglie fini.

Scaldate l’olio in una padella capiente, unite il trito di cipollotto e fate dorare, aggiungete poi gli asparagi, mescolate, e dopo un minuto versate la quinoa. Amalgamate al soffritto e versate l’acqua bollente (pari a due volte il volume della quinoa), un pizzico di sale, mescolate e coprite. Calcolate venti minuti a fuoco basso, dopodiché spegnete e fate riposare altri cinque minuti.

Nel frattempo cuocete le punte degli asparagi a vapore e preparate la salsa: in una ciotola mescolate tre cucchiai di tahina, un cucchiaio di olio siciliano, un cucchiaino di limone e acqua tiepida qb fino a ottenere una crema liscia e chiara.

Quando la quinoa è pronta, conditela con due cucchiai di olio e il succo di mezzo limone, un cucchiaino di pepe rosa pestato, la scorza del mezzo limone tritata finemente e regolate di sale.

Impiattate con la salsa, la quinoa, le punte cotte a vapore e infine una spolverata di pepe rosa e un goccio d’olio.

Mentre mangiate, mi raccomando, pensate alla risposta…

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asparagus odyssey part 1

io sono asparagus. Un po’ di anni fa ero a Londra, intabarrata per bene (era febbraio), e il mio parka dai colori strani (verdone alla luce artificiale, marrone al sole, già vecchissimo allora, figuratevi oggi) mi riparava dalla pioggerellina impalpabile e costante assorbendola ben benino (mica poteva essere impermeabile, il mio vetusto compagno). Il mio amico, vedendomi alta alta e sempre con quel cappuccio calcato in testa, mi ribattezzò asparagus. Apprezzai, sperando non ci fossero riferimenti all’odore della mia urina (ma non credo).

Oggi non sono intabarrata ma latito, latito tantissimo e mi dispiace. Ho in arretrato un sacco di ricette che fra un po’ chi se le ricorda più, ma intanto, ora, qui, bisogna parlare di asparagi. Ho quattro piatti con quattro tipi di asparagi diversi, mettetevi comodi che ora si inizia. Alcuni sono selvatici, altri sono normali, altri ancora addirittura rosa (no, non bianchi, noi li abbiamo più femminili).

Inizio con i getti del luppolo, detti anche ligaboschi (per me, bresciana, sono i loertìs), usati in un risottino con noci e fichi secchi.

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RISOTTO CON GERMOGLI DI LUPPOLO E FRUTTA SECCA

Cosa serve (per 2):

  • due mazzetti di germogli di luppolo (Humulus lupulus)
  • uno scalogno
  • due fichi secchi
  • dieci noci
  • cinque belle manciate di riso semintegrale (circa 200 g)
  • olio biologico delicato come il frantoio (lo trovate qui)
  • brodo vegetale
  • vino bianco secco
  • sale, pepe

Come si fa:

Lessate i vostri “asparagi” (posso chiamarli loertìs, sì?) in acqua non salata, tenendoli al dente. Nel frattempo preparate il brodo, deve essere bollente, e il soffritto, tritando lo scalogno e i fichi.

In un tegame scaldate un fondo d’olio, aggiungete la cipolla con i fichi e fate dorare. Unite il riso, tostatelo per un minuto, poi sfumate con un goccio di vino bianco, alzate la fiamma e fatelo evaporare. A questo punto aggiungete il brodo, un paio di mestoli per volta, mescolando spesso: non appena il brodo si sarà assorbito, ne aggiungerete altro, fino alla cottura del riso (25 minuti circa).

I vostri loertìs saranno belli che cotti. Scolateli, tagliateli fini e uniteli al risotto a metà cottura (quindi dopo dieci minuti). Ora non vi resta che sgusciare le noci e pestarle nel mortaio con qualche grano di pepe nero. A fine cottura aggiungete il pestato, spegnete, mescolate bene (eventualmente regolate di sale) e fate riposare un paio di minuti mentre apparecchiate la tavola.

Approfittate delle passeggiate per raccogliere i giovani getti del luppolo ora che è stagione! I fusti sono rampicanti e cercheranno sostegno su qualsiasi cosa capiti loro sotto tiro, tendono al rossiccio e sono ruvidi al tatto. Leggete questa scheda per capire un po’ meglio, e attenzione a non fare confusione durante la raccolta (lontano da luoghi inquinati, ovviamente).

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lasagne con asparagi grigliati

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ho qualche ricetta in arretrato, per questo fine settimana ho deciso di lasciarvi con delle ottime lasagne (bianche, ovviamente, ho le mie fisse sull’accoppiata verdure e sugo). Tempo di asparagi, tempo di cipollotti. Carpe diem.

Attenzione ai tempi: è una preparazione semplice ma con diversi tempi di riposo (1 h per la marinatura e 1 h prima di cuocere le lasagne). Sfruttatela un giorno che siete a casa il pomeriggio, ad esempio.

Cosa serve (per 2 – piatto unico):

  • pasta di semola (potete farla voi, è molto semplice! io ho usato quella secca perché ne ho da smaltire…non finisce mai! la trovo alla coop accanto a quella all’uovo)
  • un mazzo di asparagi
  • un mazzetto di cipollotti
  • 70 ml di olio
  • 100 g di farina
  • 1 l di latte di soia non dolcificato
  • noce moscata

per la marinata:

  • il succo di un limone
  • un cucchiaio di sciroppo d’acero
  • tre cucchiai di olio

per la salsa a parte:

  • mezza confezione di panna di soia
  • tahina qb (pasta di sesamo)

Come si fa:

mondate gli asparagi togliendo gli ultimi due cm in fondo e pelando con il pelapatate la porzione terminale più fibrosa, togliete le due foglie esterne dei cipollotti e la parte con le radici, e sciacquate il tutto. Tagliate poi i cipollotti a metà per il lungo.

Preparate la marinata emulsionando limone, olio e sciroppo d’acero, versatela in una terrina ampia e immergetevi asparagi e cipollotti. Fate riposare almeno un’oretta.

Scaldate la piastra tipo bistecchiera, quando è molto calda spolverizzatela con un pizzico di sale e grigliate la verdura girandola di tanto in tanto. Man mano che viene cotta  appoggiatela su un piatto. Tenete da parte qualche asparago per guarnire!

Nel frattempo, visto che siete nei pressi dei fornelli, preparate la besciamella: in un pentolino scaldate l’olio con la farina, quando la cremina (si chiama roux) diventa ambrata incorporate il latte mescolando bene con una frusta in modo che non si formino i grumi. Salate, addensatela su fuoco medio e aggiungete la noce moscata grattugiata di fresco.

Ora dovete sfruttare il fatto che la besciamella sia calda! Infatti, la pasta di semola secca potrà ammorbidirsi col calore e l’umidità della besciamella e voi non dovrete impazzire con la precottura in acqua (uno sbattimento infernale!).

Ungete una pirofila e componete le lasagne in questo modo, partendo dal fondo (ma dai?):

  • mezzo mestolo di besciamella calda
  • 1° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire la pasta
  • asparagi e cipollotti
  • 2° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire la pasta
  • asparagi e cipollotti
  • 3° strato pasta secca
  • besciamella calda a coprire (terminatela)
  • gli ultimi asparagi e cipollotti – li avete tenuti da parte quelli per guarnire, vero? 🙂

Si presenterà più o meno così:

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Ora vi consiglio di farla riposare un’oretta prima di infornarla. La lasagna avrà modo di ammorbidirsi senza seccarsi (ma l’ho già detto). Se non avete tempo potete infornare subito a 160° chiudendo la pirofila con la stagnola o un coperchio (tipo un’altra teglia), e alzare a 180° dopo mezz’ora.

Nel frattempo preparate la salsina viziosissima di accompagnamento mescolando panna e tahina fino a ottenere una crema densa. Perché il sesamo, dite voi? L’accoppiata asparagi-sesamo mi ha folgorata anni fa dal giapponese… anche asparagi e burro d’arachidi ne sa. Altro che uova… 😉

Quindi infornatela a 180° per mezz’ora-quaranta minuti. Servitela con la salsa e gli asparagi grigliati.

[NB per aumentare esponenzialmente la goduriosità della cena, lasciate le lasagne nel forno tiepido e intanto sparatevi un bagno caldo. In due magari :)]