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crema di avocado alla vaniglia

di nuovo a casa! Sul davanzale della finestra crescono forti i farinelli che il vento ha portato fino a qui e sul tavolo ci sono i fiori di finocchio. Li prendo come un bentornate.

Girovagando un po’ ovunque, in questo agosto per la prima volta insieme dopo anni, abbiamo camminato in Alto Adige in tante valli diverse, poi sugli Appennini, a Bologna, a Firenze, infine al mare in Versilia per concludere la vacanza nuotando e saltando le onde. Siamo state ospiti di tanti amici, passando da un divano a un materasso, dalle notti gelide alle notti gelide (ah ah!), dai suoni delle dolomiti alle zanzare, dall’indigestione di funghi all’indigestione di pizza.

Minimo comune denominatore: mangiare e preparare da mangiare.

Per la prima categoria, ho scoperto (e riscoperto) dei posti validissimi dove si può mangiar vegan e bene. In ordine di apparizione: Pretzhof (vegan su prenotazione) in Val di Vizze; Stuzzicheria Romagnola a Cervia; Limonaia Villa Strozzi a Firenze; Nuova Viareggio, Adone, Nilo’s (brioche vegan TOTALI) a Viareggio. Per i gelati: Puro e bio a Cervia, Galliera 49 (ex Stefino) a Bologna e De’ Coltelli a Pisa.

Per la seconda categoria, abbiamo mangiato funghi in ogni modo (sull’altare la vellutata di porcini all’achillea e i porcini con doppia panatura di mais), molti panini (sempre caro mi fu l’avocado, santo patrono delle escursioni di 20 km) e qualche abbuffata, come un improvvisato cenone natalizio con 35 portate e altrettanti tipi di birra, il 20 di agosto.

E visto che ho incensato l’avocado non più di due righe fa, che i limoni sotto sale avete avuto un mese per farli e strafarli, ecco che vi beccate il mio tormento estivo. Fossi partita con la giara di limoni sono sicura che avrei mangiato questa crema ogni santissimo giorno. Fortunatamente ho dovuto aspettare il ritorno a casa per ripeterla…

C’è la vaniglia, è vero, ma non è una crema dolce. La presenza abbastanza arrogante del limone salato e della cipolla la rendono una creatura da aperitivo. Fidatevi.

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(la ciotolina bla bla bla bla bla mi sembra adatta alla mia loquacità odierna)

COSA SERVE:

  • 1 avocado maturo e che non provenga da Israele
  • 1 spicchio di limone biologico sotto sale
  • 1 fetta sottile di cipolla rossa
  • 1 punta di cucchiaio di semi di vaniglia
  • semi di sesamo nero a piacere

COME SI FA:

Sciacquate il limone sotto acqua corrente e tagliatelo a pezzi. Nel frullatore riunite la polpa dell’avocado, il limone, la cipolla a pezzi, i semi di vaniglia. Frullate. Unite i semi di sesamo nero per l’effetto kiwi e servite.

PS noi ce lo siamo portato al fiume in un contenitore ermetico. In un altro contenitore ho messo delle zucchine grigliate e della lattuga. In pizzeria abbiamo comprato una focaccia semplice, sottile e calda con un filo di olio e al fiume l’abbiamo guarnita come fosse una pizza verde. Spesa: minima. Resa: massima.

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Insalata con barbabietole e carciofi

Se mi prendo la briga di pubblicare un’insalata, vuol dire che mi è piaciuta davvero. Questa è nata dal frigo, spontaneamente: ricette elettrodomestiche quando non hai voglia di cucinare. Beh, la prima volta che l’ho fatta, al secondo boccone c’è stato un divertente incrocio di sguardi e… “Oh ma che buona è??” e giù a ridere. Forse il litro di spritz ha condito l’insalatina meglio del previsto.
Comunque, è stata promossa a portata della cena per il compleanno di mio papà. Non aspettatevi duemila invitati e le tovaglie di broccato: ho solo fatto una sorpresa tornando a casa e mettendo in piedi un menu molto verde.
Le foto le ha scattate il neosessantenne stesso, insomma si è guadagnato la ricetta 🙂

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Cosa serve (per 3):

  • un piccolo cespo di lattuga romana
  • una manciata generosa di rucola
  • una barbabietola cotta (o cruda per la versione raw)
  • un carciofo
  • mezza mela fuji
  • una manciata di mandorle
  • due cucchiai di semi di lino
  • un cucchiaio di capperi (sciacquati bene se erano sotto sale)
  • due cucchiai di olio evo
  • due cucchiai di avocado (facoltativo)
  • il succo di mezzo limone

Come si fa:
Lavate le insalate e asciugatele. Strappate la lattuga in dimensioni mangiabili. Pulite il carciofo, togliete la barba interna e tagliatelo fine fine. Lasciatelo riposare con qualche goccia di limone.
Tagliate la barbabietola e la mela a mezzelune sottili. Tritate grossolanamente le mandorle o tagliatele in tre parti.
Preparate il dressing: in un mixer, frullate prima i semi di lino da soli. Quando sono polverizzati, aggiungete olio, limone, capperi, eventualmente l’avocado, e frullate fino all’ottenimento di una crema (l’emulsione sarà meno densa senza avocado, aumentate l’olio).
Impiattate disponendo, in ordine: lattuga, rucola, mele e barbabietole, carciofi, mandorle, dressing. A piacere, decorate con semi di sesamo nero.

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To be continued…

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semplicemente guacamole

non è una ricetta, non veramente. Questo è un pretesto per ricordarvi che l’avocado è buono, non è a km zero, quello no, ma è buono. Non comprate quelli israeliani (in Italia vengono coltivati in Sicilia, sennò in Spagna) e controllate che sia ben maturo quando decidete di mangiarlo: la consistenza deve assomigliare a una pera matura.

Detto questo, l’avocado è buono con tutto: sul pane, nel sushi, sulla pasta. Ma la guacamole è la guacamole. Comprate un pacchetto di nachos, scaldate il frullatore, qui non si scherza!

NB della guacamole esistono tante varianti quante sono le persone che la fanno. Come il ragù, il sugo, l’hummus, eccetera. Questa è la mia versione preferita: non è ortodossa, ma direi anche pazienza. A ognuno la sua!

guacamole

Cosa serve:

  • un avocado maturo
  • mezzo limone
  • tabasco a piacere
  • uno spicchietto di cipolla
  • olio, sale
  • semi di coriandolo macinati (mezzo cucchiaino scarso)
  • pepe (una miscela di bianco, nero e bacche rosa ad esempio) (idem)

Come si fa:

Frullate la cipolla da sola in modo da ridurla in pezzettini. Aggiungete la polpa dell’avocado (due le tecniche per pulirlo: o lo tagliate a metà, levate il grosso nocciolo e poi lo scavate con il cucchiaio, oppure lo pelate tipo pera, appunto, dall’esterno) a pezzi, il succo di mezzo limone, una presa di sale, le spezie e un bel giro di olio. Frullate frullate frullate, interrompendovi e spingendo con la spatola quello che si trova sulle pareti verso il basso (a motore spento, sì, grazie).

Sappiate che farlo trovare sul tavolino del divano, in mezzo a una corona di nachos (mentre il pranzo già pronto si scalda in forno) con una bella bottiglia, è un modo perfetto per iniziare una domenica speciale.

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Carpaccio in vacanza

L’alta montagna per i vegani non è difficile come sembra. Patate e pasta in ogni dove vengono in soccorso, e a casa parte il momento gourmet.
Carpaccio di avocado e porcini
Avocado, porcini freschissimi, olio, sale, pepe, semini tostati e pane nero. Se vi piace, aggiungete qualche goccia di succo di limone.

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E ora una microgalleria di cibo vacanziero.

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Gentilissimi all’aglsbodenalm a masseria/maiern: spaghetti aglioeolio e patate arrosto con erba cipollina.

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La pasta che mi ha preparato mio papà: funghi e farfalle.

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Panino avocado pomodori tofu e wasabi per una gita al ladurns.

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E per finire le torte di compleanno che mi sono preparata per i miei 26 anni.
Buon vegagosto!

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avocado lovers

ci sono quei momenti in cui non vuoi niente di più che un avocado. Io lo adoro spalmato sul pane con un pizzico di sale, sulla pasta, nell’insalata, nei dolci, nel classicissimo guacamole, ma la cosa che mi esalta di più (sempre) è il sushi.

Quindi: il sushi vegan si può fare con MILIONI di farciture diverse che non implicano la morte di nessun pesciolino, il raschiamento di alcun fondale, e soprattutto lo può mangiare anche chi è allergico al pesce! Qui però, come si capisce dal titolo, noi volevamo solo ed esclusivamente il nostro amatissimo avocado. Accontentatevi, per il momento: vi lascio la ricetta per la cottura del riso che reputo semplicemente perfetta, il sushi party di mille colori verrà un’altra volta!

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Cosa serve:

  • 2 tazze di riso per sushi (380 g) (al supermercato trovate il riso originario: costa poco e funziona benissimo)
  • 2 tazze di acqua (480 ml)
  • 1 pezzetto di alga kombu (5 cm) (facoltativa)
  • 1/4 di tazza di aceto di riso (60 ml)
  • 1/4 di tazza di zucchero (50 g)
  • 2 cucchiaini di sale
  • +2 avocado, fogli di alga nori, salsa di soia (anche senza glutine!), wasabi, e tutto quello che volete

Come si fa:

Preparate due ciotole, un pentolino, una pentola dal fondo spesso con coperchio e un colino abbastanza fitto perché il riso non passi.

Dovete sciacquare il riso finché non rilascia più amido (anche 10 volte!): per prima cosa mettete il riso in una ciotola, aggiungete acqua fredda e scolatelo senza massaggiarlo. Mettetelo di nuovo nella ciotola (io ne uso due perché il mio colino è piccolo, con la seconda ciotola salvo il riso che scappa quando lo scolo), aggiungete acqua, massaggiatelo con le dita e scolatelo. Continuate così finché l’acqua non è limpida. Dopo l’ultimo risciacquo lasciatelo nel colino a riposare 15 minuti. Nel frattempo mettete l’alga a mollo in un dito di acqua fredda per 10 minuti.

Trascorso il riposo mettete il riso nella pentola, aggiungete l’acqua, l’alga e coprite col coperchio. Ricordatevi: non dovrete toglierlo mai.

Mettetelo sul fuoco a fiamma alta finché non bolle (se il coperchio è trasparente lo vedete, se no potete facilmente ascoltarlo!), a questo punto abbassate al minimo e contate 15 minuti. Trascorsi questi, alzate la fiamma al massimo per 15 secondi e poi spegnete. Ancora una volta, non alzate il coperchio ma fate riposare 15 minuti. (Adoro questo gioco dei quindici!)

Mentre il riso cuoce, in un secondo pentolino mettete aceto, zucchero e sale e scaldate a fuoco basso mescolando, finché lo zucchero non si è sciolto. Questo è il condimento che verserete sul riso, ma non direttamente, bensì versandolo sul dorso di un cucchiaio o una spatola di legno, in modo che sul riso non arrivi una cascata di aceto in un punto solo!

Poi mescolate il riso tagliandolo con la spatola di legno: in questo modo si insaporirà senza spappolarsi. Se siete abili, mentre lo “mescolate”, con l’altra mano fate vento con un ventaglio: si raffredderà al punto giusto. Io faccio fatica e chiedo aiuto: ci sarà pure qualcuno di impaziente che non vede l’ora di sfondarsi di sushi e che vi gira intorno!

Importante: non preparate il riso il giorno prima, né mettetelo in frigo, perché deve essere tiepido quando lo lavorerete.

Per arrotolare i maki vi consiglio di guardare qualche video su youtube: eviterete di farli a girella con l’alga che parte dal centro, ad esempio. La tecnica è semplice! Promesso 🙂

Io li ho farciti con avocado e semi di sesamo al wasabi (non so resistere a certe porcherie!), serviti con salsa di soia e tè genmaicha (troppo troppo buono).

Lei vi insegna a cuocere il riso se vi siete persi per strada:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=SxxVs2dc7ZM]

Lui ad arrotolare i maki:

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=IGF_5QR9LI8]

Lei invece è quella che vi fa il grembiule. Io sono completamente dipendente dalle sue creazioni (prima o poi arriveranno le foto, giuro!) e oggi finalmente ha inaugurato il suo spazio online.

Franka presenta il grembiule sexy jap, a tema con la mia cena:

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stupendo! Andatela a trovare! http://frankaramia.wordpress.com/ 🙂