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carciofi ripieni di profumi selvatici

erbe spontanee, carciofi, olio buono e pane: sono solo questi gli ingredienti. Se volete viziarvi, potete aggiungere un tocco di “formaggio spalmabile” ottenuto a partire dallo yogurt, come ho spiegato nella ricetta precedente, ma vi assicuro che è ottimo anche senza.

Vi raccomando caldamente di uscire e fare passeggiate nel verde: le sorprese sono in agguato. Io ho raccolto aglio orsino (il mio preferito) e erba cipollina (quella “vera”) e sono taaanto felice!

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Cosa serve:

  • 3 carciofi
  • 3 fette di pane (anche secco)
  • una manciata di foglie di aglio orsino
  • una manciata di steli di erba cipollina (io ho messo anche qualche bulbo)
  • olio pugliese bio (il Coratina, ad esempio, ha appena vinto il Primo posto con lode di eccellenza nella categoria “FRUTTATO INTENSO” del 5° Concorso degli Oli Extravergini di Oliva Italiani “L’Oro d’Italia” nella tipologia MONOVARIETALI. Una poesia!)
  • sale
  • vino bianco (facoltativo ma se c’è è meglio)
  • labné di soia o altro formaggio spalmabile vegetale (facoltativo)

Come si fa:

Tagliare il pane a pezzettini, condirlo con le erbe tagliate, l’olio e il sale. Se è secco, bagnarlo con un goccio di acqua.

Pulire i carciofi asportando il gambo, le foglie esterne, poi togliendo le punte e il cuore con la barba. Farcirli con il pane.

Rosolare i carciofi in un pentolino che li contenga di misura (anche in altezza!) con un filo d’olio, poi sfumare con un goccio di vino bianco, fare evaporare, unire mezzo bicchiere d’acqua e coprire. Dopo venti minuti sono pronti.

Io li ho gustati come un piatto unico, accompagnati dal “formaggio spalmabile” e decorati con aglio orsino fresco.

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Se vi state chiedendo cos’è l’aglio orsino, ora ve lo mostro. Le foglie possono essere impropriamente scambiate per quelle del tossico mughetto, ma basta strofinarle per riconoscere il delizioso aroma d’aglio (che le foglie del mughetto, peraltro più carnose e di un colore diverso, non hanno). E poi ha un nome troppo carino!

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ricette, secondi, senza glutine

vegan kebabs con salsa allo yogurt

oggi avevo proprio voglia di hummus. Ieri infatti, frugando in dispensa, ho trovato dei sacchettoni di legumi donati da un’amica. Ammollo e andare, ceci miei adorati.

Oggi li metto a cuocere in un sacco di acqua, ci metto pure l’alga kombu, li schiumo, faccio la brava.

Cuociono.

Che strana schiuma che fanno però neh. Ma guarda poi che vengono via tutte le bucce… ma chissà come mai.

Era soia gialla, non ceci, o mia cara betti. Scordati l’hummus.

Con la coda tra le gambe per non aver capito prima che quegli strani ceci erano un po’ troppo tondi tondi per essere effettivamente ceci, ho deciso che quella polpa così pastosa poteva finire solamente nelle polpette.

Aglio e prezzemolo e vai di frullatore, come olio ho scelto il gusto eccezionale del biologico siciliano Tonda Iblea (incredibile! davvero un’esplosione di sapori), la consistenza è perfetta e non servono altri leganti (giusto un cucchiaio di farina di ceci per essere sicuri in cottura). Poi, non so come, mi sono venuti in mente quei due milioni di stecchi che giacciono in una delle mie borse da cucina (sì, la mia cucina non ha cassetti -per ora- e quindi tutte le cose più inutili sono o appese o in borse appese o in scatole in mobili appesi). La soddisfazione di mangiare la polpetta da uno stecco non ve la sto nemmeno a spiegare. Dico solo: meno male che ne ho fatti otto 🙂

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Cosa serve (per 8 kebab):

  • 650 g di soia gialla cotta e sgocciolata
  • 50 g di prezzemolo
  • 3 spicchi d’aglio privati del germoglio centrale
  • due cucchiai di uvetta
  • un pezzetto di peperoncino
  • un cucchiaio di farina di ceci
  • sale
  • olio bio tonda iblea

per la salsa:

  • 3 cucchiai di yogurt di soia al naturale
  • 4 cucchiai di olio tonda iblea
  • un cucchiaio di succo di limone
  • sale
  • erba cipollina
  • erbe e fiori misti (facoltativi)
  • mele e cavolo rosso per servire

Come si fa:

Tritate aglio e prezzemolo, poi frullateli con la soia, l’olio di girasole, il peperoncino e il sale. Versate in una ciotola e impastate con la farina di ceci e l’uvetta. Dividete l’impasto in otto e premetelo con due mani attorno allo stecco cercando di comprimerlo ben bene e non lasciare aria. Mettete su un vassoio/una teglia rivestita di carta da forno e fate riposare in frigo un paio d’ore.

Al momento opportuno, scaldare un goccio d’olio e cuocere un paio di minuti per “lato”.

La salsa la preparate frullando yogurt, olio, limone e sale. Accompagnate con mela e cavolo a fettine, erba cipollina per guarnire e un filo di olio extra su tutto il piatto prima di gustare (nella foto non si vede perché l’ho aggiunto dopo).

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yum yum yum!

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lattina di fagioli à tartiner

Ricetta superveloce per una persona robot-dotata. Che poi il chiamarli robot mi fa sorridere, sono così diversi dall’idea che avevo da bambina. In ogni caso, in alto i calici per i nostri amici con la spina.

Magari accompagnando il bicchiere con pane/gallette/cracker/grissini (a me sono stati offerti fatti in casa, alle noci. dura, la vita) e questo paté pronto in quaranta secondi.

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Cosa serve:

  • una lattina di legumi a scelta (io ho usato l’ottimo legumix)
  • olio buono (abbondare)
  • erba cipollina (un mazzettino)
  • 1 cucchiaino raso di curcuma*
  • 1/2 cucchiaino di pepe nero*
  • 3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie

Come si fa:

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Frullare 🙂

Sono in completa dipendenza da paté e affini, ovvero tutto ciò che oltralpe definiscono à tartiner, come mi ha illustrato una cara amica che, guarda caso, adora gli aperitivi. Io e lei vivremmo benissimo nutrendoci di birrette, salatini, sfizioserie da divano, quintali di tartine diverse, fantasticando su torte alte quindici cm (ma come fanno a stare su?!?) e uncheesecake da urlo.

* Si fa un gran parlare (giustamente) della curcuma. Ma magari non tutti sanno che le sue attività (aumenta sia la produzione che il flusso biliare; è carminativa, antispastica a livello addominale, antiossidante, antivirale e attiva contro il cancro colorettale) sono potenziate dall’abbinamento con il pepe nero (che contiene piperina, in grado di aumentare l’assorbimento della curcumina, generalmente piuttosto scarso). Per questo motivo, nelle forme di dosaggio dei curcuminoidi, compare spesso anche la piperina.

Immaginatevi la scena. Il fegato va pazzo per la curcumina, appena la vede la riempie di bacetti che la deformano e la inattivano, e questa poveretta non riesce ad arrivare a fare il suo lavoro. Se la nostra amica scende in compagnia della piperina (una seduttrice un po’ lasciva, grande amica), questa ammalia il fegato che, tutto stordito, si fa sfuggire la nostra biondissima, ormai in fuga verso l’intestino e oltre. Mitiche.

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hummus di zucca

esistono le giornate in cui vorrei essere mago merlino e, al suono di ocheti pocheti, ordinare alla casa di riordinarsi da sola. Purtroppo, non ci riesco. Premio di consolazione è un piatto che si cucina in discreta autonomia (certo, il livello “zuppa surgelata” è inarrivabile, ma ci accontentiamo), che si può mangiare sul divano, che non sporca tanto, che ti permette di far fuori le verdure che invecchiano in frigorifero. E andiamo.

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Cosa serve:

  • 600 g di zucca
  • 1 cucchiaio di crema di sesamo (tahin, tahina, chiamatela come vi pare)
  • 1 spicchio d’aglio
  • il succo di 1/2 limone
  • olio buono
  • sale, cumino, erba cipollina

Come si fa:

Scaldate il forno a 180°, tagliate la zucca a fettine (togliendo i semi e i filamenti interni) dallo spessore uniforme (più o meno) e disponetele su una teglia coperta di carta da forno. Spolverate di sale e infornate per una quarantina di minuti (giratele a metà cottura).

Tra una pulizia e l’altra ricordatevi di guardare come sta la piccola cucurbitacea in forno. Se avete voglia  di verdure al vapore (o per necessità avete solo quelle – ahimè non avevo carote, mela o indivia belga per accompagnare l’hummus) potete prepararle nel frattempo, sono parecchio indipendenti pure loro.

Cotta? Bene. Togliete la buccia, buttatela nel frullatore con l’aglio tritato, la tahina, un bel giro di olio, il succo di limone, il sale e il cumino pestato. Frullate. Regolate di sale. Cercate di non mangiarlo tutto (è difficile, lo so) e spolveratelo con erba cipollina o quel che passa il convento (ottimo il timo).

Ora siete pronti per divanizzarvi. Ve lo siete meritato.

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[saluti anche dal mostrino dai mille nomi]