ambiente, foraging, forneria, incontri, ricette, secondi, senza glutine, veggies

zucchine ripiene e insalata di pesche

so bene che è da folli proporvi una ricetta al forno con questo caldo criminale, ma ve la posso spiegare. Non sto cercando di farla finita, aumentando ulteriormente la temperatura di casa. Semplicemente, qualche giorno fa mi sono alzata all’alba (almeno ho fatto colazione con la mia bella) e ho iniziato a cucinare, nel fresco del mattino. Alle otto ho infornato una torta salata, quattro zucchine ripiene e due crostatine (ho un forno grande, sì!), e per il resto della giornata sono stata libera di fare le tremila cose che mi ero prefissata. Furba, eh? La verità è che sto diventando sempre più anziana. Fra un po’ mi ritroverete a mettermi le scarpe col calzascarpe o a giocare a scala quaranta con il reggicarte. Anzi, ho sempre preferito Machiavelli a scala, quindi è deciso! La location già ce l’ho: sotto casa ho un simpaticissimo bar frequentato da vecchi ubriachi che litigano e urlano giocando a scopa tutto il giorno. Una pacchia.

Processed with VSCOcam with a5 preset

Questa la testimonianza che dico il vero!

Cosa serve (per 2 persone):

  • 4 zucchine tonde
  • un bicchiere di miglio
  • tre cipollotti
  • tanto basilico
  • stracchino di riso qb o labné di soia o hummus di ceci
  • 2 pesche gialle
  • 2 pesche tabacchiere bianche
  • aceto balsamico buono
  • olio buono, sale integrale, pepe nero macinato fresco

Come si fa:

Tagliate la sommità della zucchina lasciando poca polpa attaccata al picciolo. Svuotatele con un cucchiaino o uno scavino per frutta, facendo attenzione a non bucarle (lasciate uno spessore massimo di 5 mm).

In un pentolino scaldate due cucchiai di olio con 2 cipollotti tagliati a rondelle fini, poi aggiungete il miglio, tostate un minuto e coprite con 3 bicchieri di acqua salata (o brodo). Portate a bollore, mettete il coperchio e abbassate la fiamma al minimo. Cuocete 20 minuti.

A parte rosolate la polpa delle zucchine, grossolanamente triturata, con olio e l’ultimo cipollotto. Salate, coprite e stufate con un cucchiaio di acqua. Sono pronte quando sono appassite e un po’ dorate.

Mescolate il miglio con le zucchine trifolate e abbondante basilico spezzettato con le mani. Riempite le zucchine con un cucchiaio di miglio, un cucchiaio di stracchino e terminare con il miglio. Chiudete con il cappello e cuocete in forno già caldo a 180° per 20 minuti. In alternativa, ungete un tegame piccolo, ponete le zucchine, due cucchiai di acqua e copritele. Cuocete a fuoco lento per 30 minuti, aggiungendo acqua se si attaccano.

Servite con insalata di pesche: lavate e tagliate le pesche e conditele con tanto basilico, olio buono, aceto balsamico, sale integrale e pepe nero appena pestato. L’ideale. (Non posso più mangiare i pomodori, se è quello che vi state chiedendo!) Pesche e basilico, una delle mie accoppiate preferite.

MAE_0291


Vi aspetto venerdì e domenica a Triuggio (MB) per due incontri sulle erbe spontanee!

11390269_667769639994319_7601129413279359364_n
primi, ricette, senza glutine

pretesto per un pesto

come promesso, sono già tornata per raccontarvi quello che giace sul mio desktop. Possiamo dividere la ricetta in due: il pretesto e il pesto. Il pretesto è un qualcosa che può esserci – ma anche no -, un qualcosa su cui spalmare il pesto; che è la parte fenomenale di questa ricetta. Va detto comunque che il pretesto non è una crosta di pizza secca e bruciacchiata, né la suola della ciabatta che ha raccolto tutte le briciole della cucina quando tagli il pane. No, il pretesto è il miglio cotto con la zucca, i porri e i piselli, una cosa che potrebbe benissimo camminare e girare il mondo sulle sue gambine forti, che non ha bisogno del supporto un po’ radical chic del pesto in questione. Capita però che una inizi a cucinare con in mente un ingrediente solo, inciso nella fronte con quel suo guscetto bivalve. No, non sono lo cozze, sì, sono i pistacchi. Dai e ridai, la pistacchia in questione si rende conto che guarda caso sono tutti ingredienti e colori che stanno benissimo con l’amico pistacchio, eh, ma guarda te, verrebbe quasi da fare un pesto per accompagnare il miglio eh, no no ma non l’ha assolutamente programmato, è solo che le sembra un peccato non provarci.

Abbandonando ogni forma di pudore, si mette a sgusciare compulsivamente pistacchi per frullarli con olio evo bio toscano portato dal figliol prodigo che ha curato gli ulivi tutta estate (grazie bimbo del cuore), succo d’arancia e miso bianco. Boom.

Da ora in avanti non servirà più alcun pretesto per questo pesto. Parola di pistacchia.

MAE_0537.NEF

COSA SERVE:

per il pretesto (per 2/3):

  • 1 tazza di miglio
  • 1 tazza e mezza di zucca pulita e tagliata a cubetti di 1 cm per 1 cm (circa 1/2 piccola zucca)
  • 1 tazza di piselli
  • 1 porro
  • 5 foglie di alloro
  • 4 tazze di acqua
  • un pezzo di zenzero fresco grande come una noce
  • olio extravergine di oliva
  • tamari senza glutine

per il pesto:

  • 50 g di pistacchi
  • 50 g di olio extravergine d’oliva buono
  • 50 g di spremuta d’arancia (fresca eh, mica quella in cartone)
  • uno spicchio d’aglio
  • un cucchiaino colmo di pasta di miso bianco (controllare la presenza di glutine)

COME SI FA:

Tagliate il porro a rondelle fini (o, meglio ancora, a striscioline seguendo le nervature) e tritate lo zenzero. Scaldate un giro d’olio in un tegame capiente, aggiungete il porro e lo zenzero e proseguite a fuoco alto, per dorare il porro. Unite la zucca e l’alloro, rosolate un paio di minuti, e infine il miglio, e tostatelo brevemente. Versate le 4 tazze scarse di acqua, unite un goccio di tamari e coprite con un coperchio di misura. Fate cuocere dieci minuti a fuoco basso, poi aggiungete la tazza di piselli (surgelati) e coprite nuovamente. Dopo altri 15 minuti spegnete il fuoco, e fate riposare, coperto, altri 5. Quindi, ricapitolando: 10+15+5 è passata mezz’ora.

In questi trenta minuti voi avrete preparato il pesto: sgusciate i pistacchi fino a raggiungere 50 g di peso (gli altri potete mangiarli tutti e giustificarli come parte della ricetta), frullateli da soli per polverizzarli. Aggiungete poi l’aglio tritato o schiacciato con lo spremiaglio, l’olio, il succo d’arancia e il miso e frullate bene fino a ottenere una pasta liscia. Fate estrema attenzione alla lingua sulle lame del robot: non è affar mio se ve la tagliate (anche se so che lo farete).

Quindi, abbiam finito? sì, il miglio è cotto, assaggiate se va bene di sale ed eventualmente aggiungete un altro goccio di tamari o di salsa di soia, servitelo con una cucchiaiata di pesto e, se non li avete mangiati tutti, qualche pistacchio tritato.

Il fatto che il miglio passerà completamente inosservato rispetto al pesto è parte dei piani, non vi demoralizzate.

forneria, ricette, secondi

la piadina fatta in casa

E insomma prima o poi si doveva ricominciare con qualcosa, da queste parti.
image

Del perché ricominciare con una piadina, non avete idea.

Come al solito, arrivano quei momenti stagionali in cui il numero di vasetti, barattoli e sacchetti nella dispensa supera di gran lunga la capacità contenitiva della stessa. Di solito, sono anche quei momenti in cui apri il frigo e dici “ah ma cosa mangio oggi? Non c’è niente”. Ecco. Non è vero. Adesso hai tempo e non sei più obbligata a mangiare una cosa al volo tra un capitolo e l’altro, e quelle farine andranno a male se non le adotti. È tuo dovere ricavare qualcosa da quelle polveri, che non siano castelli di sabbia sul lavello.

Ieri dovevo quindi andare a fare la spesa perché non avevo niente in casa, solo dell’insalata sul viale del tramonto, un botto di salse-salsine-salsette, del latte di soia (evento!) e l’ormai famosa dispensa straripante di barattoli mezzi vuoti. Nemmeno una cipolla (senza cipolla non vale la pena vivere, ma c’era almeno dell’aglio per risollevare le sorti del mio pranzo che andava a disegnarsi tristissimo).

L’ordine dei pensieri è stato: vabbè con l’insalata ci mangio delle polpette, per forza, magari col miglio così libero quel barattolo – abbondiamo di spezie così non si sente la mancanza di verdure – oddio non ho il pane – panico – no non esiste, adesso cerco la ricetta della piadina, mica deve lievitare quella – già che ci sono uso pure quella farina di canapa.

Il risultato, però, è andato molto oltre le mie aspettative (che non erano altissime, lo ammetto). La farina di canapa dona un twist noccioloso che rende la piadina a tutti gli effetti golosissima già da sola, io me la immaginavo accompagnata da una crema di tofu… meraviglia.

image

Questa ricetta serve anche da pretesto: non ho fatto la piadina in casa perché sono pigra e non voglio scendere a comprare il pane (uhm, anche, ma non è il punto ora). Io faccio la piadina in casa perché posso farlo, perché al termine del pranzo non avrò buttato una confezione di plastica nel cestino, perché avrò risparmiato dei soldi, perché avrò mangiato una cosa più sana.

Io credo nell’autoproduzione, e ci credo tanto, ma con tutte le contraddizioni insite nel mio stile di vita, dirlo ha senso solo se serve come stimolo costante. Mi sposto in bicicletta e con i mezzi pubblici ma ho uno smartphone, uso prodotti di stagione ma poi alle banane non resisto, raccolgo le erbe spontanee ma vado al supermercato, faccio la piadina superhealthy e poi friggo le polpette (con tutti i problemi di smaltimento dell’olio, pure!). Come uscirne?

Credere nelle sfumature di grigi: io sto tra il bianco e il nero, oggi sono grigio perla, domani sono antracite, vivo nella consapevolezza di quello che faccio e questo mi basta, quasi sempre.

Cosa serve (per 4):

per le polpette:

  • un bicchiere di miglio lavato
  • l’equivalente di un dado per brodo (di verdure)
  • prezzemolo, basilico, origano
  • un cucchiaino di semi di coriandolo pestati
  • uno spicchio di aglio tritato
  • 3 cucchiai colmi e stracolmi di farina di ceci
  • farina di mais per le panature (mezzo bicchiere, a occhio) o pangrattato
  • un limone
  • olio evo, olio per friggere
  • sale

per le piadine:

  • 250 g di farina di tipo 1
  • 3 cucchiai colmi di farina di canapa
  • 150 ml di latte di soia
  • 4 cucchiai di olio evo
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato

Come si fa:

Polpette:

scaldate un goccio d’olio in una padella, unite il miglio, tostatelo leggermente e versateci sopra 3 dosi di acqua bollente (per un bicchiere: tre bicchieri) e il dado sbriciolato (io ho usato quello fatto in casa da un’amica, eh eh). Coprite e cuocete a fuoco medio-basso per venti minuti, poi spegnete e fate riposare ancora un po’. Nel frattempo preparate l’impasto della piadina.

Trasferite il miglio in un robot, aggiungete le spezie e l’aglio, la farina di ceci, un pizzico di sale, un giro d’olio, il succo di mezzo limone e frullate bene. Versate l’impasto in una ciotola e aggiungete la farina/pangrattato finché non appare compatto. Fate riposare.

Formate delle palline dalla grandezza di una grossa noce, bagnandovi le mani in acqua per aiutarvi.

Scaldate un dito di olio in un pentolino con un pezzettino di pane all’interno: quando sfrigolerà sarà l’ora delle polpette. Friggetene poche alla volta, cercando di lasciarle immerse almeno per metà della loro altezza, poi giratele e quando sono ben dorate uniformemente scolatele e poggiatele su un piatto con carta assorbente. Quando le avete finite tutte, trasferitele su un piatto e spruzzatele col succo del mezzo limone rimasto.

image

Piadine:

riunite in una terrina le farine, il sale, il bicarbonato, l’olio. Scaldate il latte in un pentolino finché non diventa tiepido, versatelo in più riprese nell’impasto, mescolando piano. Alla fine lavorate brevemente il composto su una spianatoia infarinata finché non risulta morbido e non appiccicoso. Capovolgete la terrina sulla pallina di impasto e fatelo riposare almeno trenta minuti. Nel frattempo fate le polpette.

Riprendete l’impasto, dividetelo in quattro, stendetelo molto sottile con un mattarello, staccandolo e capovolgendolo più volte e, se serve, infarinandolo poco. Scaldate una padella pesante e quando è molto calda cuocete la piadina, girandola più volte in modo che cuocia uniformemente da entrambi i lati.

E ora il momento più agognato: la farcitura. Io ho optato per l’ajvar (una salsa di peperoni, in questo caso piccante), ma voi potete spaziare. Accompagnate con verdura cruda abbondante!

image
primi, ricette, secondi, senza glutine, veggies

le foglie della barbabietola

sono buone. Buonissime!

e hanno un bel colore. Un cereale a pallini mi strizzava l’occhiolino. Proviamoci!

Sformatini miglio e bietole (6 porzioni, potete anche mangiarle tutte & subito, ma sappiate che hanno resistito svariati giorni in frigo)

Cosa serve:

  • una tazza di miglio
  • un mazzo di barbabietole cum foglie. le barbabietole le userete in un’altra ricetta, però. qui facciamo fuori solo il verdume.
  • la sciccheria: il finto formaggio spalmabile (ogni tanto anche gli alimenti snob vanno in scadenza e finiscono scontati del tremila percento al supermercato. oh yeah) sostituibile con: mezzo bicchiere di panna vegetale o besciamella (mancoaddirlo) vegan
  • aglio, peperoncino, olio extravergine di oliva
  • noce moscata, salvia

Come si fa:

punto 1: cuocere il miglio. Facile! Si sciacqua bene finché l’acqua non è limpida (avrete bisogno di un colino a trama molto fine), poi si fa sgocciolare. Adesso prendete la vostra padella migliore (ma sì, coccoliamo un po’ questi alimenti bistrattati e considerati al pari del mangime degli uccelli) e versate un goccio d’olio, quindi fate tostare il miglio qualche minuto, girandolo e rimestandolo con un cucchiaio di legno. Ora versate tre tazze di acqua (bollente, perché no?) e un cucchiaino di sale, coprite, abbassate il fuoco e dedicatevi ad altro. Tipo le bietole. Ricordatevi di lui tra 15-20 minuti.

punto 2: cuocere le s(barba)bietole. Lavatele, tagliatele a tocchetti, e buttatele in una padella con olio, aglio e peperoncino sfrigolanti. Qualche minuto, hop hop hop, saltatele vigorosamente. Aggiungete un mestolino di acqua calda, un pizzico di sale e saranno cotte.

punto 3: paciugare. Il momento preferito! In un terrina riunite miglio, bietole, finti latticini, una grattata di noce moscata, un pizzico di salvia tritata, impastate ben bene e dividete il tutto in sei stampini di vetro leggermente unti. Spennellate di olio anche la superficie, non siate tirchi.

punto 4: ripassare in forno. Bastano dieci minuti!