incontri, quick & easy, ricette

pranzi sani e nuovi incontri

buongiorno da un lunedì mattina che più uggioso non si può. Sto aspettando la luce per fare una fotografia ma credo che per oggi non se ne parli. Preparatevi a uno scatto buio!

Cos’è successo nel weekend appena trascorso? Cose belle. Trovate i miei ricettari (tutti, anche i nuovissimi microlibelli con i colori vegetali) allo spazio b**k a Milano che è un posto fi-ghis-si-mo e io sono sulle nuvole per essere in cotanta buona compagnia!

Sabato poi ho preparato il buffet a Macao: il piatto prevedeva burger di zucca, timo e arancia + polenta taragna con semi di sesamo, lino e girasole + crema di spinaci e porri al coriandolo + hummus traditional. Pare che sia stato tutto apprezzato nonostante le cose non fossero calde (gioie e dolori degli aperitivi itineranti) quindi: grazie a chi è venuto (eravate tanti!) e se avete scattato della foto mandatemele a beth.tea[at]gmail[dot]com (io come al solito mi sono dimenticata!) GRAZIE!

Infine domenica ci siamo coccolate con un pranzetto in compagnia di due persone splendide che fanno cose meravigliose: consiglio la visione delle maraconde di Stefania e degli scatti di Alberto. Cosa dire se non WOW?

Veniamo al dunque: come avrete intuito ci siamo ammazzate di cibo e potrebbe essere il caso di riscoprire una ricetta leggera. Una piadina. Ovviamente al concetto piadina tutti associano immediatamente tonnellate di salumi e formaggi ben pressati all’interno. No, ecco, la mia idea era qualcosa di sano e studiato. Ad esempio: se metto una crema fatta con tofu, carote e tahina (pasta di sesamo) ho proteine, calcio, magnesio e beta-carotene, poi aggiungo cavolo rapa crudo e insalata (altra botta vitaminica e mineralizzante) e un giro di olio di semi di lino (quello da frigo eh) per bilanciare l’apporto di omega-3. Tempo stimato: 15 minuti circa. Risultato: mega. Alla crema ho aggiunto anche curcuma e pepe nero per non farmi mancare nulla!

Sotto ci sarà la ricetta ma prima, un annuncio importante: domenica, il 16 novembre sarò a Bologna e terrò un corso di cucina vegan presso lo spazio Il Germoglio in via Duse 17 (San Donato). Sono rimasti solo 3 posti quindi se volete venire a cucinare (e mangiare, dopo il corso ci sarà la cena!) con me vi conviene scrivermi qui sotto! Ecco quello che prepareremo, dall’antipasto al dolce, imparando nuove tecniche per riproporre la solita cotoletta piatti consolidati:

Processed with VSCOcam with a6 preset

e ora veniamo alla ricetta!

MAE_0658.NEF

COSA SERVE (per 2):

  • 2 piadine senza strutto e latte
  • 200 g di tofu
  • 2 carote
  • un cucchiaio di tahina
  • mezzo cucchiaino di curcuma
  • una macinata di pepe nero
  • un pizzico di sale
  • un cavolo rapa (kohlrabi)
  • mezzo cespo di insalata romana
  • 2 cucchiai di olio di semi di lino

COME SI FA:

in un pentolino di acqua bollire il tofu e le carote a pezzi per 10 minuti. Frullarli con tahina, sale, curcuma e pepe. Affettare il kohlrabi. Lavare e asciugare l’insalata.

Scaldare la piadina, girarla, e farcirla con metà della crema, qualche fetta di cavolo, l’insalata e un cucchiaio di olio di semi di lino. Chiudere e ripetere per l’altra piadina. Servire. Pensare ai benefici.

primi, ricette, senza glutine, veggies

melanzane in ritardo quasi alla sudanese

ma ciao! Ci sono – hai visto? Ho deciso che forse ce la posso fare.

Cos’è successo in questo mese e mezzo? Ho dato un esame all’università, ho superato il test d’ingresso per biologia applicata alla nutrizione (yes, tra due anni sarò la vostra nutrizionista, e nel frattempo vedrete come cambierà il mio approccio al cibo – sono molto curiosa io stessa in primis), ho preparato quattro nuovi microricettari, sono stata a fare mercatini/lezioni di cucina/workshop a Portico di Romagna (FC), a Mestre (VE), a Palanzo (CO) e ho cucinato a Liber presso Macao, a Milano. Ho avuto la sveglia puntata fissa alle sei anche nei fine settimana, ho preso il primo virus della stagione con conseguente febbrona e abnorme produzione di muco, ho iniziato ad addormentarmi ovunque – e non riesco più a vedere un film senza preferire morfeo dopo circa un’ora di proiezione.

Ieri, però, ho dormito DODICI ore e sono stata all’inaugurazione della Fanzinoteca, a Milano: coccole per lo spirito. Oggi sono pronta ad affrontare la memoria della macchina fotografica, stipata di foto di ricette che chi se le ricorda più?

Inizio con una specie di insalata di melanzane. Lo so che siamo a ottobre ben più che inoltrato, ma magari qualcuno le ha ancora in frigo. Se non le avete però, non compratele: la prossima ricetta in arrivo è con la zucca. Ben più a tema.

La ricetta è riadattata da L’africa nel piatto di Piersandro Pallavicini, uno delle decine di libri di cucina che possiedo: questo non è vegan, ovviamente, ma è bello. Racconta le storie di chi ha condiviso le ricette con l’autore, spiega l’origine e l’uso di alcuni dei più comuni ingredienti presenti nelle ricette africane, e tratta tutto con un piglio divertente. Nella ricetta originale le melanzane erano sbucciate e fritte: ottime, giuro, ma avevo bisogno di maggiore leggerezza, quindi le ho grigliate. Vado con la ricetta!

MAE_0520.NEF

COSA SERVE (per 2):

  • 2 melanzane lunghe e strette, o 1 grande e grossa
  • 3 cucchiai di burro d’arachidi
  • 3 cucchiai di succo di limone
  • 2 spicchi d’aglio tritato
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato
  • un bicchiere d’acqua
  • sale, pepe nero macinato fresco
  • a piacere: un bicchiere di riso integrale

COME SI FA:

Tagliate le melanzane a fettine sottili, cospargetele di sale fino e fatele riposare venti minuti. Nel frattempo potete cuocere il riso: in un pentolino mettete un bicchiere di riso, due bicchieri di acqua e un pizzico di sale. Portate a bollore e, dal momento in cui bolle, coprite e abbassate la fiamma al minimo. Cuocete per 35/40 minuti, senza mai scoprire. Stesso procedimento e stessa acqua per il riso non integrale, ci mette però 20 minuti anziché 40.

Grigliate le melanzane sciacquate dal sale su una griglia ben calda. Copritele con un coperchio tra un lato e l’altro: rimarranno morbide. In una padella antiaderente mescolate con un cucchiaio di legno il burro d’arachidi con l’aglio tritato e il succo di limone, quando avrete ottenuto una specie di crema liscia aggiungete, poca alla volta, l’acqua. Portate a bollore su fiamma leggera, aggiungete quindi le melanzane grigliate e mescolate per rivestirle di crema. Cuocete per 5 minuti mescolando. Terminate regolando di sale, pepe e prezzemolo e servite con riso (o pane).

autoproduzioni, raw, ricette

limoni sotto sale

dai muffin salati ne è passata di acqua sotto i ponti (e sulle nostre teste)! Siamo state a Londra una settimana, a Tera Salvaria, sono andata in val Trebbia a cucinare, ho fatto un tot di bagni al fiume, ho nuotato molto e dimenticato il blog.

Ieri sera ho cucinato qualcosa di spettacolare e semplicissimo: sto per postarvi la ricetta, ma prima dovete sapere dei limoni confit, o limoni sotto sale che dir si voglia! Sono una tradizione che dura da anni in casa nostra, quando troviamo dei bei limoni biologici e non trattati finiscono prima nel vaso di vetro e poi in tanti piatti delicati. Questi ci sono stati donati a pasqua da una nostra cara amica viareggina: l’albero di casa sua era ricchissimo e ci siamo abbuffate di agrumi come se non ci fosse un domani, durante la mini vacanzina pasquale.

MAE_0483.NEF

COSA SERVE:

1 kg di limoni + il succo di 1 kg di limoni

130 g di sale grosso integrale oppure rosa dell’himalaya

4 foglie di alloro

1 cucchiaino di pepe nero in grani

un grosso vaso di vetro con coperchio

COME SI FA:

Lavate e spazzolate i limoni. Tagliateli come se voleste farne quattro spicchi ma non arrivate fino in fondo. Riempite ogni limone con un cucchiaio di sale e qualche grano di pepe, metteteli in un vasi di vetro intervallati dalle foglie di alloro e premete con forza. Chiudete e lasciate riposare 4 giorni al buio, senza mai aprire il vaso.

Premete ancora una volta i limoni nel vaso, copriteli completamente con il succo di limoni e immergeteli usando l’apposito pressello salvagusto (in questo modo saranno sempre sommersi). Chiudete ermeticamente e fate riposare almeno un mese al buio completo. Più vengono macerati, più saranno buoni. In alternativa al succo di limone, potete usare acqua non clorata. In questo caso, lasciate una pentola di acqua del rubinetto a prendere aria per una notte, in modo da far evaporare tutto il cloro presente.

Una volta aperto, conservare in frigorifero e consumare entro due mesi.

Usatene uno spicchio alla volta per insaporire salse, risotti, creme di verdura, paté, dolci particolari, insalate, vinaigrette…

foraging, quick & easy, raw, ricette, senza glutine, veggies

insalata di fave & fiori

primavera (forse), i fiori sbocciano comunque (poracci, stamattina il prato era tutto ghiacciato) e io li raccolgo e me li mangio!

Ce ne sono tantissimi che si possono mangiare, i più semplici da trovare sono le pratoline, il tarassaco, le violette, le primule. Poi ci sono anche quelli più chic come le rose, i nasturzi etc ma di sicuro non li trovate per caso in giardino!

Comunque, veniamo alla ricetta.

MAE_0230

Cosa serve:

  • 15 baccelli di fave fresche (anche se ne usate 12 giuro che non vi vengo a cercare!)
  • una dozzina di mandorle
  • una manciata di pratoline e fiori di tarassaco
  • olio buono
  • sale integrale (del tipo un po’ grosso)
  • pepe nero macinato al momento

Come si fa:

Sbucciate le fave e, a seconda dei gusti, togliete anche la pellicina. Conditele con un giro di olio buonissimo. Nel frattempo in un mortaio pestate le mandorle con un pizzico di sale.

Unite i fiori puliti e le mandorle alle fave, mescolate, aggiungete una bella macinata di pepe e gustate con del buon pane casareccio o dei taralli.

primi, ricette, veggies

spagretti citronnetti

Sono in balia delle manie del periodo. Ricapitoliamo: limone, zenzero, eccetera. Stavolta vi risparmio le mele e le puntarelle perché è arrivata la mia verdura preferita IN ASSOLUTO! Gli agretti o barba di frate o Salsola soda (altro che lemonsoda!).

Vorrei mangiarli tutti i giorni. Se non vi piacciono, tornate su questi schermi a maggio 🙂

MAE_0011.NEF

Stasera pasta quindi, riprendendo una vecchia ricetta che prevedeva il pecorino (!) e una super marinatura nel succo di limone.

Cosa serve (per 3):

  • 300 g di spaghetti integrali
  • un mazzo di agretti (400 g circa)
  • un limone non trattato
  • un cipollotto
  • un pezzetto di zenzero (come al solito, io taglio una fetta spessa 3-4 mm)
  • pepe nero macinato al momento
  • chips di cocco (o cocco rapé)
  • olio buono
  • gomasio con alga nori (home made, slurp)

Come si fa:

Pulite gli agretti togliendo la radice rossa. Mondate il cipollotto togliendo le due foglie più esterne e affettatelo sottile sottile. Tritate lo zenzero. Lavate il limone e grattugiatene la scorza.

Riunite cipollotto, scorza di limone, zenzero tritato, abbondante pepe, gomasio in una ciotola, aggiungete il succo del limone e 4-5 cucchiai di olio. Fate riposare.

Ora potete mettere sul fuoco la pentola per la pasta. Cuocete gli spaghetti e, quando mancano quattro minuti, buttate nella pentola anche gli agretti.

Nel frattempo in un pentolino antiaderente scaldate una manciata di chips di cocco a fuoco basso, girandole spesso. Quando cominciano a dorarsi, aggiungete un filino di olio e un pizzico di sale e saltatele a fuoco alto finché non sono croccanti (ma non bruciate).

Condite gli spaghetti con la citronnette preparata in precedenza e mescolate bene. Servite cospargendoli con le chips di cocco.

agretti
aperitivi, quick & easy, ricette, senza glutine

lattina di fagioli à tartiner

Ricetta superveloce per una persona robot-dotata. Che poi il chiamarli robot mi fa sorridere, sono così diversi dall’idea che avevo da bambina. In ogni caso, in alto i calici per i nostri amici con la spina.

Magari accompagnando il bicchiere con pane/gallette/cracker/grissini (a me sono stati offerti fatti in casa, alle noci. dura, la vita) e questo paté pronto in quaranta secondi.

MAE_0203

Cosa serve:

  • una lattina di legumi a scelta (io ho usato l’ottimo legumix)
  • olio buono (abbondare)
  • erba cipollina (un mazzettino)
  • 1 cucchiaino raso di curcuma*
  • 1/2 cucchiaino di pepe nero*
  • 3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie

Come si fa:

MAE_0181

Frullare 🙂

Sono in completa dipendenza da paté e affini, ovvero tutto ciò che oltralpe definiscono à tartiner, come mi ha illustrato una cara amica che, guarda caso, adora gli aperitivi. Io e lei vivremmo benissimo nutrendoci di birrette, salatini, sfizioserie da divano, quintali di tartine diverse, fantasticando su torte alte quindici cm (ma come fanno a stare su?!?) e uncheesecake da urlo.

* Si fa un gran parlare (giustamente) della curcuma. Ma magari non tutti sanno che le sue attività (aumenta sia la produzione che il flusso biliare; è carminativa, antispastica a livello addominale, antiossidante, antivirale e attiva contro il cancro colorettale) sono potenziate dall’abbinamento con il pepe nero (che contiene piperina, in grado di aumentare l’assorbimento della curcumina, generalmente piuttosto scarso). Per questo motivo, nelle forme di dosaggio dei curcuminoidi, compare spesso anche la piperina.

Immaginatevi la scena. Il fegato va pazzo per la curcumina, appena la vede la riempie di bacetti che la deformano e la inattivano, e questa poveretta non riesce ad arrivare a fare il suo lavoro. Se la nostra amica scende in compagnia della piperina (una seduttrice un po’ lasciva, grande amica), questa ammalia il fegato che, tutto stordito, si fa sfuggire la nostra biondissima, ormai in fuga verso l’intestino e oltre. Mitiche.

forneria, primi, ricette

il gioco delle crespelle domenicali

Sabato sera mi è stato ricordato (con una farcia di funghi) che le crespelle (sì, mi piace di più il nome italiano di quello francese. vai a capire perché) sono strabuone, veloci da fare quando la dispensa langue, una coccola esagerata se sei così intelligente da prepararle in anticipo e lasciarle in forno mentre ti spari un bagno caldo. E quindi crepi l’avarizia, crespelle al sabato e crespelle la domenica. Me le mangerei pure ora. Anzi. Quasi quasi…

MAE_0066

Perché il gioco? Perché si fanno a occhio! E sono sicura che vi usciranno senza problemi. Provare per credere, sono a prova di fallimento, a patto che si rispettino queste regole:

  1. la padella antiaderente deve essere piccola (io uso una 20 cm di diametro)
  2. la padella antiaderente deve essere antiaderente (lapalissiano, forse, ma fondamentale)
  3. la pastella deve essere liquida come della panna
  4. la pastella deve riposare (è pigra)
  5. potete cambiare le farine all’infinito!

Cosa serve:

  • una parte di farina (io sono ormai saraceno-dipendente, ma mescolata alla integrale)
  • due parti di latte vegetale o acqua (stavolta soia per motivi che vi spiegherò più giù)
  • un goccio di olio leggero
  • sale

Ripieno:

  • broccolo lessato+erba cipollina+olio+sale+frullatore=crema
  • tofu alle erbe+olio+salsa di soia+padella=sostanza

Salsa:

  • panna di soia+cumino+pepe nero+curcuma+sale=libidine

Come si fa:

Prendete una ciotola. Versate la farina. Aggiungete un pizzico di sale. Mescolando con una frusta, versate il latte a filo fino a ottenere una crema liscia, non densa e piuttosto liquida. Aggiungete l’olio, che è sempre cosa buona, perché rende l’impasto morbido. Mettetene troppo poco e vi uscirà una suola da scarpe.

Ora fatela riposare, intanto guardate nel frigorifero per cercare qualcosa da metterci dentro.

Il motivo per cui ho scelto questa combinazione di prodotti di soia deriva dal fatto che le crespelle erano per me e per una vittima di Herpes labialis. Se soffri di herpes, dovresti consumare più lisina (un amminoacido, dai che i ricordi di scienze riaffiorano) per accelerare la guarigione (non sto a spiegarvi perché, se vi interessa questo è l’articolo che ho trovato), e ridurre il consumo di arginina: aumentare quindi il rapporto lys/arg. Questa cosa io ieri non l’avevo mica letta bene, quindi ho cercato tra i cibi più ricchi in lisina e ho trovato la soia: dagli di soia, quindi. Peccato che contenga anche parecchia arginina. Comunque, bandiamo per qualche giorno la frutta secca, lo zucchero, il cioccolato e vediamo che succede. Più legumi e meno stress.

Quando la pastella si sveglia dal suo riposino quotidiano, scaldate la padella molto bene e poi, un mestolo alla volta, fate fuori il preparato. Man mano che sono cotte sul fondo le girerete a dorare qualche momento dall’altro lato, e le metterete su un piatto, poi le farcirete, le disporrete in una pirofila unta, le cospargerete di panna aromatizzata e le dorerete in forno. E sarà una bellissima cosa.

MAE_0064
incontri, primi, quick & easy, ricette, senza glutine, veggies

il pranzo nel thermos

ci salva dalla focaccina fredda e stantia! Periodaccio fatto di tempo che non esiste più, pranzi rubati al calorifero perché fuori fa troppo freddo, delirio trenord, neve… meno male che c’è la neve. E meno male che esistono i thermos, basta usarli per le zuppe e scaldano il cuore, le ossa, dilatano la pausa pranzo e i pranzi costano meno 😉

MAE_0119

Quindi: zuppetta veloce di porri e patate, due cose che se d’inverno non avete in casa non siete più miei amici. Detto. Fatto.

Cosa serve:

  • porri (1 a testa più 1 per la pentola)
  • patate (1 a testa)
  • pomodori (oh, io d’inverno non li compro, ma se capita di avere una mezza lattina di pelati che vaga per il frigo…) 1 a testa
  • olio buono
  • sale, pepe, panna di soia se vogliamo viziarci

Come si fa:

Niente di più semplice. Pulite i porri e tagliateli a listarelle, pelate le patate e tagliatele a dadini, se usate i pomodori sbollentateli in acqua bollente per un minuto e poi pelateli e tagliateli a tocchetti.

Adesso scaldate l’olio, mettete i porri a soffriggere a fuoco lento, aggiungete i pomodori e, quando hanno lasciato un pochino di acqua (se mettete il famoso avanzo di sugo frigoriferiano, aggiungete anche un goccio d’acqua) buttate le anche le patate.

Ora coprite di acqua: diciamo circa 250 ml per persona? Vi piace?

MAE_0122

Bene, dopo venti minuti dovrebbe essere tutto ben cotto. Frullate e salate e pepate! Versate nel thermos e correte al lavoro che è tardi!

e adesso vi racconto due storie: la prima, che questa ricetta viene dal mio primo libro di cucina, quello che mi ha trasmesso l’amore per la cucina. E qualche mese fa, in un negozio, l’ho rivisto e mi sono commossa.

La seconda, che questa è la ricetta che ho raccontato mercoledì su radio onda d’urto, durante navdanya. Fate un salto sul sito della trasmissione, fate un salto e ascoltate la radio in streaming, e tutti i mercoledì, più o meno per l’una e mezza, troverete anche me.

primi, ricette

pasta e cicerchie

MAE_0517.NEF

Momento “me la meno”: ho fatto questa pasta ad agosto (esatto, agosto nella pianura padana, un incubo di umidità) alla festa di radio onda d’urto. Ne sono uscite, diciamo, una cinquantina di porzioni? Bene, sono finite TUTTE quella sera. Perché è buona! E se è buona ad agosto, a dicembre è perfetta.

Cosa serve (per ogni persona):

  • una tazza di cicerchie ammollate per una notte e poi lessate (o una lattina di fagioli borlotti, o equivalente cotti in casa)
  • un etto di pasta corta (è il momento di finire tutti quei pacchetti di pasta miseramente avanzati in quantità inutili – tipo 60 g fusilli, 55 g penne… perché mi succede sempre??)
  • brodo vegetale (una tazza e mezza ma abbondate che è meglio)
  • cipolla, aglio, peperoncino, alloro, rosmarino, salvia, olio buono (le quantità… vedete voi in base a quanti siete)
  • concentrato di pomodoro (1-2 cucchiai)
  • vino rosso qb

Come si fa:

Veloce. Soffritto di cipolla-aglio-alloro-rosmarino-salvia-peperoncino. Buttate le cicerchie cotte. Rosolate. Buttate la pasta. Rosolate (tipo risotto). Sfumate con il vino. Versate il brodo, portate a cottura aggiungendo tanto brodo quanto ne serve.

Ora: la pasta deve essere molto ben cotta. Togliete uno-due mestoli (anche di più se la state facendo per dieci) di p&c e frullate con un po’ di brodo (alternativa sprint: frullatore a immersione direttamente in pentola). Ributtate tutto in pentola, aggiungete il pomodoro concentrato, allungate se necessario con altro brodo.

Servite con olio crudo, pepe e lievito alimentare in scaglie.

Fatene tantissima che il giorno dopo fa piangere da quanto è buona.

Versione due: potete cuocere le cicerchie direttamente in pentola. In questo caso non buttate la pasta all’inizio, ma sfumate col vino le sole cicerchie e cuocetele con acqua fino a quando sono tenere. A quel punto asciugate un po’ il brodino che si è formato, buttate la pasta e sfumate col vino, riprendendo in pratica la ricetta da dove l’avevate lasciata.

aperitivi, quick & easy, ricette, secondi, veggies

broccoli pancakes

La triade broccoli-arancia-oliva mi fa impazzire da tempo, in tutte le varianti possibili (realizzate o solo fantasticate): pasta, insalata, riso, sformati, pancakes… pancakes, ecco, sì. Salati, che libidine. Con una salsa bianca e il pepe sopra.

Cosa serve:

per i pancakes di broccoli (circa 18):

  • broccoli (circa 500 g)
  • farina integrale (circa 170 g)
  • latte di soia al naturale (300 ml)
  • bicarbonato (un cucchiaino abbondante)
  • olio buono (4 cucchiai)

per la salsa all’arancia:

  • latte di soia al naturale (200 ml)
  • un’arancia non trattata (mi raccomando!)
  • amido di mais (2 cucchiaini)
  • olio buono (2 cucchiai)
  • sale alle erbe (o quello che la fantasia vi suggerisce)
  • olive taggiasche a vostro piacimento
  • pepe nero macinato fresco

Come si fa:

Pulite i broccoli e tagliateli a cimette (in modo grossolano, tanto poi verranno frullati), e lessateli in acqua bollente salata (a seconda della dimensione, 8-10 minuti).

Scaldate il latte con la scorza dell’arancia e lasciatelo riposare un po’. Poi aggiungete il succo di metà frutto e mescolate. Si formerà una ricottina: togliete le scorze, aggiungete l’olio e frullate con il frullatore a immersione. Ecco un bel latte denso. Adesso prendete l’amido di mais e mescolatelo in una ciotolina con qualche cucchiaio di acqua (o latte) e, quando non ci sono più grumi ed è una crema liscia, la versate nel pentolino col latte e mescolate, col fuoco al minimo. Si raddenserà e quando avrete raggiunto la consistenza che volete, spegnete. Fine.

I broccoli. Sono stati scolati, vero? Ecco, li ributtate nella pentola, aggiungete il latte e frullate. Aggiungete l’olio, poi setacciate la farina e il bicarbonato (potete anche non setacciare la farina, ma il bicarbonato di solito fa i grumi. Occhio!) e mescolate bene con la frusta. Eventualmente regolate di sale.

Scaldate una padella molto antiaderente (o sarà un disastro) e versate poi l’impasto (circa un mestolo molto scarso per ogni pancake). Quando fa le bolle e sotto è asciutto e dorato (direi 3 minuti, occhio a regolare il fuoco in modo che non si bruci), giratelo e cuocetelo dall’altro lato per un minuto. Man mano che sono pronti, impilateli sul piatto in modo che rimangano caldi.

Servite con la salsa e le olive, a piacere potete aggiungere anche delle fettine di arancia.

E non dimenticate il pepe. Io il macinino non ce l’ho: uso il mortaio, eh eh.