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cracker: si può faare!

post un po’ scemo, oggi. Sono sul letto a studiare, esattamente come ho fatto per tutto il liceo (nel senso che non amavo stare alla scrivania, non che ero una secchiona), a pranzo mi sono sbriciolata addosso i cracker che ho preparato ieri sera, con l’ hummus avanzato. Una pacchia. Ci tengo a sottolineare che non ho fatto finire le briciole tra le lenzuola: potrei impazzire!

Cracker, quindi: perché mai una in fase di studio dovrebbe mettersi a sfornare cento (C E N T O) pezzi sottili di pasta lievitata? Perché ha bisogno di altro, e questo altro se è croccante e al rosmarino ci piace anche di più! Al supermercato o hanno olio di palma o hanno costi proibitivi, e quindi: let’s do this! Prima di mettermi all’opera, ho cercato delle ricette su internet. Una volta ero brava, leggevo ed eseguivo, magari cambiando qualcosa; adesso leggo e mi dico “non hai gli ingredienti giusti!”, “oddio questa ha messo 25 g di lievito, è matta?”, “ma tutti con la pasta madre? uffa! io non ce l’ho” eccetera. Quindi va a finire che vado in cucina e improvviso, stando attenda alla consistenza delle cose, e spero che vengano bene. A volte non funziona affatto, altre volte mi bullo di aver creato piccoli capolavori. Tipo questi cracker: li volevo esattamente così – seeee, come no.

Comunque sono buoni, sono veloci, sono fatti con le farine che avevo in casa quindi meglio di così non potevo fare, e sono una cifra. Cinque alto ai crackerini!

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Cosa serve:

  • 200 g di semola di grano duro bio
  • 300 g di farina integrale bio
  • 1 cucchiaino di lievito secco in granuli
  • 1 cucchiaino colmo di malto di riso o orzo
  • circa 280-300 ml di acqua tiepida
  • 1 cucchiaino di sale fino (non sono eccessivamente salati: per me sono perfetti. Se cercate il gusto salato forte potete mettere qualche grano di sale in superficie – ma fa male e sono buoni così, quindi evitate, dai 🙂
  • 1 cucchiaio di aghi di rosmarino spezzetttati (o quello che avete)
  • 1 cucchiaino di foglie di lavanda spezzettate (facoltativo)
  • 30 g di semi di lino (o quelli che avete)
  • 30 ml di olio evo

Come si fa:

In un bicchiere mettete il lievito, il malto e un po’ di acqua tiepida (prelevatela dal misurino – fino a circa metà bicchiere) e mescolate per sciogliere bene tutto. Mettetelo sul calorifero per 10 minuti. In una ciotola mettere le farine, il rosmarino e i semini. Aggiungere l’acqua con il lievito e la schiuma, impastare aggiungendo l’olio e la restante acqua in cui avrete sciolto il sale. Trasferitevi su una spianatoia infarinata e impastate vigorosamente per almeno 5 minuti, in modo che l’impasto si rassodi e diventi meno appiccicoso. Aggiungete acqua se è duro, farina se appiccica ancora: alla fine dovete ottenere una palla morbida. Lasciatela sulla spianatoia infarinata, copritela con la ciotola che avete usato e andatevene. Tornate dopo un’oretta. Dividete il composto in 4 palle e appiattitele, una per volta, sulla spianatoia infarinata, con il mattarello anch’esso infarinato. Lo spessore finale si aggira intorno ai 3 mm. Ritagliate dei rettangoli con la rotella dei ravioli e fateli riposare per 30 minuti. La grandezza dei rettangoli è variabile: io sono stata all’incirca intorno alla misura da cracker 😉

Scaldate il forno a 190°C, adagiate i cracker su una teglia rivestita di carta da forno e bucherellateli con una forchetta. Cuoceteli per 15-20 minuti, finchè non sono dorati, dopodichè metteteli su una gratella a raffreddare e infornatene degli altri. Ci vuole del tempo, è vero, ma alla fine avrete una bella scorta!

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Abbinamenti

più che abbinamenti parlo proprio del piatto che avevo in mente quando mi sono inventata i cracker. Avevo voglia di finocchi cotti (giuro, ho appena scoperto che se li tieni poco sul fuoco si brasano e diventano buonissimi. Lo so cosa pensi, facevano schifo anche a me) e di hummus (ma mi sembrava un po’ aggressive quidi l’ho reso più delicato).

Finocchi brasati

Per preparare i finocchi dovete tagliarli a spicchi, lavarli bene e scolarli. In una padella grande scaldate un generoso filo di olio, unite i finocchi e, a fiamma alta, dategli quei colpetti che vi fanno sentire tanto bravi in cucina. Copriteli anche, per qualche minuto, ogni tanto gli date una girata, e dopo 7 minuti al massimo li togliete. Sale, pepe, semi di finocchio et voilà!

Hummus delicato

Per l’hummus invece ho frullato dei ceci (saranno stati 350 g circa) con il succo di mezzo limone, 3 cucchiai di olio, 3 cucchiaini di crema di mandorle, uno spicchio d’aglio tritato, un pezzetto di zenzero tritato, un po’ di acqua di cottura, del sale. Stop.

E vi dico che tutto insieme era davvero molto buono, questo menu frankenstein. Si può faaaaaare!

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tagliatelle fatte in casa con ragù di lenticchie

pronti per Natale? ahah! Scherzo ovviamente, ma fino a un certo punto. Questo ragù ha ormai soppiantato nella mia cucina quello di seitan o di soia (alimenti che cerco di evitare, in favore di legumi e verdure, dopo anni in cui li ho usati spesso e volentieri a sproposito in cerca di una sostituzione facile e immediata della “carne”. oh, siamo umani), e il momento boom della sua preparazione è chiaramente in inverno. Le lenticchie sono perfette per questo scopo, unica accortezza: usatele crude, così possono insaporirsi ben bene e, assorbendo il sugo, diventano una autentica delizia. Cercatele piccole e locali o, almeno, italiane: spesso al supermercato si trovano canadesi. Non avremo mica fatto tutto questo percorso per poi comprare verdura di serra e legumi oltreoceano! Dico bene? 🙂

La pasta fresca: ogni tanto la faccio per preparare i ravioli o le lasagne, ma mai e poi mai avevo fatto le tagliatelle. Detto per inciso, non avevo nemmeno mai tirato la pasta senza la macchina a manovella: ma questa riposava in cantina, e ho pensato (bene) che ci avrei messo molto meno tempo così. Fidatevi, è talmente veloce che sto pensando di farla mooolto più spesso. Bastano 10 minuti più il riposo!

Quindi: un piatto regale a partire da un poco di semola, un po’ di lenticchie secche, gli odori e il pomodoro. Spesa: sostanzialmente nulla. Resa: a voi il giudizio.

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COSA SERVE (per 2):

  • 200 g di semola di grano duro (bio)
  • 100 ml di acqua
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1/2 cucchiaino di curcuma per il colore

RAGU’ (con questa dose vengono 3 porzioni abbondanti. generalmente ne mangiamo 2 e una la surgeliamo per i tempi bui):

  • 100 g di lenticchie (se avete tempo lasciatele in ammollo in acqua fredda per un’ora)
  • 1 carota, 1 gambo di sedano, 1/2 cipolla
  • salvia, cannella, noce moscata, chiodi di garofano (ok anche rosmarino e alloro, che non avevo ma uso sempre)
  • olio extravergine di oliva
  • 1/2 bicchiere di vino rosso (o bianco)
  • 450 ml di pomodoro triturato (polpa)
  • 300 ml di acqua
  • 300 ml di latte vegetale (io ho usato latte di riso)
  • sale e zucchero di canna

COME SI FA:

Preparate la pasta mescolando la semola con il sale e la curcuma e aggiungete l’acqua. Formate una palla morbida e mettetela a riposare in frigorifero, chiusa ermeticamente in un contenitore di plastica, per un’ora (il tempo del ragù).

Tritate finemente carota, sedano e cipolla e rosolateli con un filo di olio in una pentola (meglio se di coccio, ma in tal caso la cottura sarà più lunga). Aggiungete le lenticchie e gli aromi (3 foglie di salvia, una punta di cucchiaino per ciascuna spezia in polvere), mescolate finché i legumi non sono ben tostati (5 minuti) e a questo punto versate il vino. Fatelo evaporare completamente prima di aggiungere il pomodoro, l’acqua e metà del latte. Unite il sale, un pizzico di zucchero e coprite. Mescolando saltuariamente, fate cuocere 50 minuti. Quando le lenticchie saranno cotte (e il sugo di conseguenza rappreso) aggiungete il latte restante, fate restringere ancora un poco e infine frullate sommariamente con il minipimer (non dovete ottenere una vellutata ma rompere un po’ le lenticchie a dare l’effetto ragù). Regolate secondo i vostri gusti la densità e il sale.

Riprendete la pasta, stendetela sottile con il mattarello su di un piano infarinato o insemolato. Infarinatela e arrotolatela su sé stessa e tagliatela in dischi di uguale spessore. Immediatamente aprite ogni rotellina e, eventualmente, componete i nidi.

Cuocete la pasta in acqua salata per due/tre minuti, scolatela, conditela con abbondante ragù, un filo d’olio a crudo e una spolverata di lievito alimentare.

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muffin salati al curry e pomodorini

questa estate al ribasso (di temperatura) mi piace troppo! Non amo il caldo, essendo una che si scioglie in laghi di sudore anche a 15° – e che deve studiare, attività non facilmente conciliabile con solleone e voglia di prendere la bici e andare a fare un bagno nel fiume. Ma il fiume è in piena, fuori il temporale impazza e io accendo radio3 e mi godo i pantaloni caldi della tuta.

Prosegue lo smaltimento farine/dispensa: come ogni anno, dopotutto non voglio far sfarfallare del cibo in casa (quando ero più giovine e inesperta ho combinato dei veri e propri disastri).

Avevo provato a fare dei muffin salati solo qualche anno fa, con della farina di mais: risultato opinabile. Da lì, il silenzio.

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COSA SERVE (per 12 muffin):

  • circa 300 g di farina (ho usato un mix di farine da finire)
  • circa 50 g di semola di grano duro
  • 50 g di amido di mais (l’avevo da finire)
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di curry forte
  • 2 cucchiaini di cremor tartaro
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • 400 g di latte di soia
  • circa 110 g di olio ( 70 g di girasole e 40 g evo), ma potete scendere a 100
  • un goccio d’aceto di mele
  • 24 pomodorini
  • 1 fetta di cipolla

COME SI FA:

Preparate la teglia da muffin ri-vestita 🙂 con i vostri pirottini preferiti. Scaldate il forno a 180°.

Tagliate la cipolla a cubetti e saltatela con un goccio d’olio (ma proprio poco!) e un pizzico di sale finché non è dorata. Dei 24 pomodorini, 12 vi serviranno interi per decorare i muffin (se volete tenete anche il picciolo!), mentre 12 vanno tagliati in 8 e privati dei semi. Mettete i pezzetti di pomodoro in un colino con un pizzico di sale e fate perdere l’acqua per trenta minuti.

In una grande terrina riunite la farina, l’amido di mais, la semola, il cremor tartaro, il bicarbonato, il sale, lo zucchero e il curry, e mescolate. In un misurino riunite il latte con un goccio d’aceto, poi gli oli e sbatteteli con una frusta o il minipimer per amalgamarli. Versate il liquido nelle farine fino a ottenere una crema liscia, aggiungete la cipolla e il pomodoro a pezzetti, amalgamate e dividete il composto nei 12 pirottini. Mettete un pomodorino al centro di ogni muffin, premendolo leggermente. Infornate per 30 minuti circa, fate la prova stecchino per capire se è cotto.

Servite con dell’hummus… non ve ne pentirete! Li trovo molto scenografici e perfetti per un buffet. Unica accortezza: da caldi si staccano a fatica dal pirottino, mentre da freddi non ci sono problemi. Avete delle ricette collaudate di muffin salati da provare? Ormai sono lanciata!

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quiche vs jamaica

quando spignatto trovo che la musica sia abbastanza fondamentale – la sapete la storia della radio in cucina che legge solo le cassette, no? motivo per cui ho fatto un ricettario su nastro (bromelia). In realtà se devo cucinare a lungo, magari di giorno (e non solo di notte) la scelta ricade molto facilmente sul cofanetto Trojan che mi è stato regalato alla laurea: fonte di immensa gioia e balletti a tempo, sparato a tutto volume dalla sala.

In questo caso l’ispirazione è stata anche cromatica (a dirla tutta non solo in questo caso: abbiamo dipinto i portacd di nero, giallo e verde, un discreto pugno in un occhio ma dal sorriso a trentadue denti trentasei denti, visto l’abbondante giudizio che mi accompagna): da tempo volevo provare il carbone vegetale in un impasto. Il mio animo estivo ha fatto il resto.

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QUICHE AL NERO CON CREMA ALLO ZAFFERANO, PISELLI E FAGIOLINI


COSA SERVE (per 8 crostatine):

per la pasta:

  • 200 g di farina integrale (o 100 g farina e 100 g semola)
  • 65 ml di acqua
  • 65 ml di olio di semi di girasole
  • 15 g di carbone vegetale in polvere (potete anche macinare delle compresse!)
  • 1/2 cucchiaino di sale

per la crema:

  • 1 panetto di silken tofu
  • 1 cucchiaio di amido di mais o fiocchi d’avena in polvere
  • 3 cucchiai di olio evo
  • 1 pezzetto di cipolla (facoltativo)
  • 3 cucchiai di lievito alimentare
  • 1 bustina di zafferano
  • sale, pepe
  • una manciata di fagiolini e di piselli da sgranare

COME SI FA:

Preparate la pasta riunendo nel robot tutti gli ingredienti e frullate a intermittenza finché non si forma una palla. Fatela riposare in frigo, in un contenitore ermetico, per circa un’ora.

Mondate i fagiolini e sgranate i piselli, fateli sbollentare qualche minuto in acqua bollente finché non sono teneri ma ancora croccanti. Scolate e immergete in acqua fredda, scolate di nuovo e riservate.

Preparate la crema frullando tutti gli ingredienti (se usate la cipolla, prima soffriggetela in un goccio d’olio) tranne le verdure. Aiutatevi con una spatola per amalgamare.

Scaldate il forno a 180°, rivestite il fondo di 8 stampini da crostatina con carta da forno e preparate il piano di lavoro con il mattarello.

Dividete l’impasto raffreddato in 8 palline, appiattitele e mettetele negli stampini premendo bene per modellarle agli angoli. Bucherellate il fondo con una forchetta e distribuite la crema (circa 2 cucchiai per crostatina, ma dipende dagli stampi), aggiungete la verdura e infornate per 20-25 minuti.

Ballate e gustatevele al parco. Noi l’abbiamo fatto, prima di beccarci una sciacquata infame che neanche nella stagione delle piogge.

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PS per gli amanti del genere: il cofanetto Trojan è una chicca devastante. 5 cd, 4 stampe, un libro. Una cifra di roba: tutta questa (ascoltatene un pochino qui)

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una focaccia coi fiori

ogni tanto mangio un fiore, cantava qualcuno, io più spesso bruco le foglie di aglio orsino: romanticheria zero, asocialità a mille. Ma chi mi sta intorno mi vuole bene lo stesso 🙂

Insomma l’altra mattina mi hanno portata a scoprire nuove zone: prati stabili, erbe di ogni sorta, zero campi coltivati, zero strade. Un paradiso. Fortunatamente avevo con me il cestino: ho tirato su il necessario per un pranzo preparato in poco tempo.

La focaccia: io vi ammiro, voi che avete sempre il tempo di fare gli impasti e rinfrescarli ottomila volte al giorno (o anche una sola, ma che lasciate tempo al tempo). Io no. Ho scoperto la farina con lievito istantaneo: la impasti e la inforni. Ditemi tutto quello che volete, voi puristi del cereale lievitato: mi scivolerà addosso, perché io so che la focaccia non si fa così, ma a mali estremi (non sempre, sia chiaro), mi può anche andar bene così.

E dopo avere sdoganato la focaccia istantanea, vi dico: potete usare anche quella già stesa che io non vi dirò nulla.

[EDIT 2020: non è vero, sono diventata una purista anche io]

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Cosa serve (per 4):

  • 500 g di farina per pizza
  • 300 ml di acqua (o quanto richiesto)
  • 4 cucchiai di olio siciliano bio 
  • semola di grano duro qb
  • 4 patate
  • mezza cipolla
  • qualche fiore (di tarassaco, di aglio orsino, di margherita)
  • qualche foglia di aglio orsino
  • mezzo bicchiere di olio siciliano bio, sale

per accompagnare:

  • lattuga romana qb
  • un mazzettino di rumex acetosa (come lo chiamate? erba brusca?)
  • un mazzettino di tarassaco
  • fiori (margherite, lamium, aglio orsino, tarassaco)
  • olio, limone, sale

Come si fa:

pelate le patate e tagliatele a fette sottili. Mettetele in una pentola con acqua fredda e ponete sul fuoco, portate a bollore e cuocete qualche minuto (3-4). Scolatele. Tagliate la mezza cipolla a fette.

Riscaldate il forno a 230°.

Nel frattempo impastate farina, acqua e olio fino a ottenere un impasto liscio e non colloso (aiutatevi con una spianatoia o un tavolo pulito cosparso di semola). Stendete la focaccia con un mattarello (con semola sopra e sotto) fino allo spessore di 1/2 cm; rivestite una teglia con carta da forno, ungetela e stendetevi la focaccia lungo tutto il fondo. Ricopritela con le fette di patata, i pezzetti di cipolla, i fiori e le foglie di aglio orsino tagliate a strisce grossolanamente.

In un vasetto versate poco meno di mezzo bicchiere di olio e la stessa quantità di acqua. Sbattete energeticamente per emulsionare, poi versatelo sulla focaccia e infornate. Controllate la cottura: i bordi devono essere dorati  quando è cotta (circa 20-25 minuti).

Nel frattempo preparate l’insalata con le erbe pulite e strappate con le mani, un poco di lattuga per addolcire i sapori e i fiori in abbondanza. Condite con sale, limone e infine olio e servite con la focaccia a tranci.

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